Il romanticismo sociale di Victor Hugo

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Victor Hugo, biografia e citazioniInterprete delle voci degli umili e delle infinite sfumature dell’animo umano, Victor-Marie Hugo è considerato il maestro della scuola romantica francese. I suoi romanzi sono grandiose opere corali che investono tutti gli aspetti delle nostre emozioni. Distante dalla narrativa tradizionale che racconta i drammi della “dolce vita” parigina, i suoi personaggi, seppur talvolta esasperati e poco realisti, possiedono una forza, un’evidenza ed un colore che li fa vivere di vita propria rendendoli immortali. Hugo, infatti, non impernia i suoi romanzi su un unico personaggio, come gli altri narratori del periodo, e nemmeno si limita ad esternare un solo sentimento. Nelle sue opere si sprigiona un vento di idealismo e di amore sorto dall’esigenza di cercare l’essere umano nella pienezza delle sue passioni e dei suoi sentimenti. Una umanità che Hugo trova tra i cosiddetti ultimi, tra i poveri, tra i derelitti, tra coloro che soffrono, e non solo per motivi di amore, ma anche per la paura, la fame e le persecuzioni.
Nato a Besançon il 26 febbraio del 1802 da nobile famiglia, compie sin da bambino numerosi viaggi grazie al lavoro del padre, ufficiale dell’esercito, e dei luoghi visitati serberà la memoria per tutta la vita. Quando la madre si separa, Victor si stabilisce insieme a lei e ai fratelli a Parigi, dove, dopo aver abbandonato gli studi tecnici, si dedica alla letteratura.

Adèle Foucher

Adèle Foucher

Nel 1822, si sposa con l’amica d’infanzia Adèle Foucher, dalla quale avrà cinque figli, e pubblica la sua prima opera letteraria, “Odi e poesie diverse” che risente degli influssi di Walter Scott e di Friedrich Schiller.
Nel 1827, nella prefazione alla tragedia Cromwell, esprime il suo pieno sostegno al Romanticismo e rivendica il diritto dello scrittore di liberarsi dai rigidi dettami del teatro classico, elaborando una dichiarazione di indipendenza che viene considerata il manifesto del movimento. Nonostante venga ritenuto un romantico, il suo pensiero non si può circoscrivere ad un solo movimento filosofico-letterario. Victor Hugo si distacca da quel sentimento malinconico e solitario che caratterizza il Romanticismo e delle tristi vicende della vita coglie anche quell’aspetto ironico e talvolta grottesco che caratterizza gran parte della versatilità della sua opera. Partecipa attivamente agli avvenimenti del suo tempo che descrive con lirismo o realismo, usando la satira o la declamazione retorica.
Segnato dal tradimento della moglie, comincia a condurre una vita sregolata e dissoluta.
La sua seconda opera teatrale viene censurata, ma lo scrittore non si arrende e nel 1830 mette in scena il dramma “Ernani”, musicato poi da Giuseppe Verdi, che rappresenterà il trionfo del Romanticismo.
La sua produzione letteraria continua instancabilmente con la composizione di altre liriche, opere teatrali e il romanzo “Notre Dame de Paris” (1831) il più rappresentativo della narrativa romantica. hugo 14In quest’ultima opera lo scrittore trasfonde nella cornice storica e nella rievocazione del passato la sua immensa passione e la sua straordinaria poesia, allontanandosi così dall’elegante distacco di Walter Scott. In ogni personaggio del monumentale affresco si rispecchia il tormento e il dolore dello scrittore che, ancora giovanissimo, ha già conosciuto la crudeltà della morte che gli strappa il suo primogenito di pochi mesi. La figura di Esmeralda sembra richiamare Juliette Drouet, la ragazza che, quando la moglie di Hugo comincia ad allontanarsi dal marito, ne prende discretamente il posto ed accompagna amorevolmente lo scrittore per tutto il resto della sua vita.
Notre Dame de Paris” non affronta solo le tematiche dell’amore e del dolore; si può infatti soprattutto considerare un grande affresco storico della Parigi di Luigi XI, non molto cambiata da quella di oggi. Una Parigi contraddittoria, come tutte le grandi città, e che nella bellissima cattedrale di Notre Dame, vera protagonista del romanzo, riassume l’arte e il cuore del Medioevo ed è pronta a sfidare il tempo e la stupidità di quei piccoli uomini moderni che osano toccare i monumenti gotici. Contro questi vandali lo scrittore si scaglia con particolare veemenza.

Juliette Drouet e Victor Hugo. Litografia di Léon Noël. (Le Monde)

Juliette Drouet e Victor Hugo. Litografia di Léon Noël. (Le Monde)

Nel 1843 la vita di Hugo viene sconvolta da un lutto particolarmente doloroso che vede la morte per annegamento della figlia Léopoldine e del genero. Tale avvenimento, accompagnato dall’insuccesso della sua ultima opera teatrale, lo conduce ad una profonda depressione che arresterà la sua vena creativa per dieci anni.
Partecipa all’attività politica e viene eletto tra i conservatori, pur pronunciando discorsi sempre volti a difendere la tolleranza e la democrazia. Ma nel 1852, il colpo di stato di Napoleone III, che instaura un regime oppressivo e antilibertario, costringe lo scrittore a pagare con l’esilio la sua ostinata opposizione al regime. Si rifugia nelle Isole Normanne, a Guernesey, dove vi rimane fino alla tragica fine del Secondo Impero. Dall’isola finanzia le attività dei repubblicani e continua a scagliare dardi poetici contro colui che ferocemente chiama “Napoleone il piccolo“.
hugo 16Durante quel periodo trascorso in esilio, scrive le sue opere più significative tra cui “I Miserabili“, “L’Uomo che ride“, “I lavoratori del mare” e “La leggenda dei secoli“, in cui affiora il suo indomabile desiderio di giustizia in un mondo di disuguaglianze sociali, trasmettendo altresì la speranza di un futuro di riscatto e redenzione che avrebbe trovato nel socialismo l’avvento di una società giusta.
La vita continuerà a flagellarlo di dolori; perde il fratello Abel, e la figlia Adele, in seguito ad una delusione d’amore, è vittima di un grave esaurimento nervoso e si trasferisce in Canada. Avrà però sempre accanto a sé la sua amante Juliette Drouet, attrice teatrale, che lo sosterrà nei suoi momenti più difficili, sopportando in silenzio i numerosi tradimenti dello scrittore.
Dopo la caduta di Napoleone III nel 1871, Victor Hugo rientra a Parigi, dove viene accolto trionfalmente e onorato come vate della patria.
Il 22 maggio del 1885, pochi anni dopo la morte della donna da lui amata, si spegne lo scrittore de “I Miserabili“, quel romanzo storico ritenuto il suo capolavoro, pubblicato dopo ben diciassette anni di instancabile lavoro.
Jean Valjean, protagonista dello straordinario romanzo, ex galeotto che cerca di rifarsi una vita senza mai dimenticare il proprio passato di solitudine e infelicità, mostrando una considerevole empatia nei confronti dei diseredati della società, è ancora oggi, con il suo messaggio di giustizia e solidarietà, uno degli eroi indiscussi della letteratura di tutti i tempi. Ed il suo autore, con i suoi discorsi infuocati contro la miseria, la pena di morte, la condizione subalterna della donna, il lavoro minorile e la sua acerrima difesa del suffragio universale, della libertà di stampa e di una scuola laica e gratuita in cui non è previsto l’insegnamento religioso, che gli costano l’esilio dalla Francia per quasi vent’anni, è ancora profondamente attuale in un mondo di cui lui aveva presagito, purtroppo erroneamente, un futuro diverso.

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Artista a tutto tondo, oltre a dedicarsi al teatro, alla poesia, alla narrativa, alla satira politica e alla saggistica, coltiva pure la passione per il disegno in cui sperimenta nuove tecniche per produrre lavori inizialmente realistici e in seguito fantastici e mistici.

Un disegno di Victor Hugo.

Un disegno di Victor Hugo.

Riguardo i disegni di Victor Hugo, Baudelaire scrive: «Non ho trovato presso gli espositori del Salone la magnifica immaginazione che cola dai disegni di Victor Hugo come il mistero dal cielo. Parlo dei suoi disegni a china, perché è fin troppo evidente che, in poesia, il nostro poeta è il re dei paesaggisti».
Di seguito una raccolta dei suoi pensieri più densi di significato per omaggiare la grandezza di questo scrittore senza tempo.

Il pensatore è come la terra: l’uno non conserva l’ombra degli avvenimenti più di quanto l’altra non conservi l’ombra delle nuvole.
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La natura si vergogna del nostro orgoglio. Quando l’uomo si erge più alto, il filo d’erba si china più in basso.
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Nelle cose segrete della vita, talora gli uomini hanno il coraggio della vigliaccheria nei confronti delle donne, giammai nei confronti di altri uomini.
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Si parla molto di nemici generosi, di odi generosi. Io non ne ho mai incontrati. Nessuna virtù può albergare nell’odio.
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Gli ipocriti più miti sono anche i più temibili. Le maschere di velluto sono sempre nere.
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Non ridete del cuore altrui.
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La vera indulgenza consiste nel comprendere e perdonare le colpe che non saremmo capaci di commettere.
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L’uomo tende con tale naturalezza alla sofferenza e al dolore che la gioia, per lui, è solo un’occasione per distogliersene. E chiama i suoi piaceri  “diversivi”.
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L’ipocrisia edulcora il male.
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La coscienza è uno strumento di precisione di estrema sensibilità.
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Ho un padrone: è il dovere; ho un giudice: sono io.
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Si soffre sempre solo del male che ci fanno quelli che amiamo. Il male che ci viene da un nemico non conta.
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Le idee, per natura, sono altere, solitarie, inavvicinabili, impopolari. Sono regine tristi e orgogliose, che la folla guarda passare con una sorta di avversione.
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In ogni spaccone c’è un codardo.
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Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio.
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La vita è una frase interrotta.
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Quando le leggi sono contro il diritto, c’è solo un modo eroico di protestare contro di esse: violarle.
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È sbalorditiva la quantità di critiche che può contenere un imbecille.
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Nei poeti, è lo spirito a vedere. In certi casi, l’occhio della carne non fa che ostacolare l’occhio dello spirito.
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La fantasticheria è il vapore del pensiero.
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Nulla somiglia tanto alla bocca d’un cannone quanto l’orlo d’una bottiglia d’inchiostro.
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Il despota, uomo o donna che sia, è despota. Lo stesso vale per lo schiavo. Questi esseri sono come numeri. Hanno l’impersonalità tragica l’uno del male, l’altro della sventura.
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Fra innamorati le spiegazioni sono necessarie; fra amici sono superflue. L’affetto reciproco non ha quel grado di ardente sensibilità che fa sì che il minimo screzio sia un tormento. I vecchi amici si amano anche se ci sono degli screzi.
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L’uomo è un pendolo che oscilla fra il bruto e l’angelo.
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La libertà del cuore è un bene prezioso e gravoso. Non appena si perde, lo si rimpiange. Non appena lo si ritrova, si aspira a perderlo.
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L’amore vuol sempre sentirsi dire le cose che sa già.
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L’amore è l’assoluto, è l’infinito; la vita è il relativo e il limitato. Da qui derivano tutte le segrete e profonde lacerazioni dell’uomo, quando l’amore s’introduce nella sua vita, che non è abbastanza grande per contenerlo.
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Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare.
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Amare significa avere una luce nel cuore. La vita può distogliere da un pensiero; una nube può nascondere una stella: ciò non impedisce alla stella né al pensiero di essere fissi, l’una nelle profondità del cielo, l’altro in fondo all’anima.
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La vecchiaia, la morte, l’eternità: tre parole terribili e magiche che, nelle idee della gente, fanno bruscamente svanire – fin dalla loro apparizione – quella dolce e incantevole di amore! Il fatto è che, per la gente, l’amore è solo un passatempo, un imprevisto, un capriccio, un ghiribizzo, una civetteria, l’accordo momentaneo di uno sguardo e d’un sorriso, una cosa che è così, ma che avrebbe potuto essere diversa, e neppure una fiamma. La gente misconosce l’amore sincero ed ignora il vero amore, perché là dove il falso abbonda e si diffonde, come moneta corrente dei cuori e degli spiriti, coniata per tutte le effigi, là – dico – la sincerità è rara e la verità un prodigio. Ma il vero amore – l’unico amore? – non teme le parole terribili e le cose gravi, e le guarda in faccia. É la misteriosa unione di un’anima con un’altra anima, e lo sa. La vecchiaia lo stringe ancor di più, la morte lo consacra, l’eternità lo fa continuare.
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Dio, per una forma d’inspiegabile gelosia, non ha voluto che le cose riuscissero ad esprimersi quando toccano il loro più alto grado di esaltazione: il dolore non trova lacrime e l’amore non trova parole.
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All’interno dell’anima, l’amore fa una luce tremula e cupa: la luce di una fiamma.
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Ritratto di Victor Hugo, scultura in marmo di Auguste Rodin.

Ritratto di Victor Hugo, scultura in marmo di Auguste Rodin.

La malvagità rende brillanti gli uomini. La bontà rende geniali le donne. Pertanto, ciò che l’ipocrisia di un uomo malvagio più teme è l’acume di una donna buona.
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Il libro più spaventoso che si potrebbe scrivere sarebbe questo: i crimini delle leggi.
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C’è chi si fissa a vedere il buio. Io preferisco contemplare le stelle.
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Il bambino ha il dono di accettare molto rapidamente la scomparsa di una sensazione. Gli sono risparmiati quei contorni remoti e sfuggenti che costituiscono la vastità del dolore.
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Chi pensa che i cani non abbiano un’anima, non ha mai guardato un cane negli occhi.
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Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
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La libertà comincia dall’ironia.
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Quando due anime infine si sono trovate, si sono scoperte compatibili e complementari, hanno compreso di essere fatte l’una per l’altra, di essere, dunque, simili, si stabilisce tra loro per sempre un legame, ardente e puro, proprio come loro, un legame che inizia sulla terra e continua per sempre nei cieli. É questo l’amore che tu ispiri in me.
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Victor Hugo, biografia, citazioni e aforismi

Disegno di Victor Hugo

La più grande felicità nella vita è la convinzione di essere amati per quello che siamo, o meglio, nonostante quello che siamo.
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L’anima aiuta il corpo e in certi momenti lo solleva. È l’unico uccello che sostenga la sua gabbia.
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Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori.
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La Verità e la Libertà hanno questo di buono, che tutto quello che si fa contro di esse o in loro favore, giova sempre alla loro causa.
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La forza più forte di tutte è un cuore innocente.
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Vivono soltanto coloro che lottano.
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Ah! Non insultate mai la donna che cade! Chissà sotto quale fardello quella povera anima soccombe!
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Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito.
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C’è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un’idea il cui momento è ormai giunto.
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Inferno cristiano, di fuoco. Inferno pagano, di fuoco. Inferno musulmano, di fuoco. Inferno hindu, in fiamme. A credere nelle religioni, Dio è un rosticciere.
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La malinconia è la gioia di essere tristi.
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Qualche volta ho avuto contemporaneamente nelle mie mani la mano guantata e bianca che sta in alto e la grossa mano nera che è in basso, e vi ho sempre riconosciuto soltanto un uomo. Dopo che tutto questo mi è passato davanti io dico che l’umanità ha un sinonimo: eguaglianza; e che sotto il cielo vi è una cosa soltanto davanti alla quale dobbiamo inchinarci: il genio; ed una soltanto davanti alla quale dobbiamo inginocchiarci: la bontà.
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Sovente muta la donna e ben pazzo è colui che in lei confida; sovente la donna non è che piuma al vento.
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La collera può essere pazza e assurda e si può essere irritati a torto; ma si è indignati solo quando, in fondo, si ha ragione per qualche aspetto.
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La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.
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L’uomo giusto aggrotta le ciglia, ma non sorride mai d’un sorriso cattivo. Comprendiamo la collera, non la malignità.
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Leggeva ad alta voce, parendole così di capir meglio. Leggere ad alta voce significa affermare a se stessi la propria lettura. Ci sono persone che leggono a voce altissima e sembrano dare a se stessi la parola d’onore di quel che leggono.
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Il riso è il sole, che scaccia l’inverno dal volto umano.
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Victor Hugo, biografia e citazioni

Dipinto di Victor Hugo

La borghesia è semplicemente quella parte di popolo che è contenta.
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Il ramo, quando una mano si approssima per staccarne un fiore freme e sembra nel medesimo tempo voler sfuggire a volersi offrire. Il corpo umano ha un simile fremito quando arriva l’istante in cui le dita misteriose della morte vogliono cogliere l’anima.
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Un uomo duramente provato non si volta mai indietro a guardare; sa che la cattiva sorte lo segue sempre, passo passo.
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Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.
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L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero.
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I mediocri si lasciano sconsigliare dall’ostacolo specioso; i forti no. Morire è la loro alea, conquistare è la loro certezza.
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Il silenzio che accompagna un tormento interiore è inesprimibile. Non esiste conforto per una madre che soffre. La maternità non conosce limiti e ragionamenti. La madre è sublime perché è tutta istinto. L’istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina.
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L’amore è come un albero: spunta da sé, getta profondamente le radici in tutto il nostro essere, e continua a verdeggiare anche sopra un cuore in rovina.
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Sei stato bambino, lettore, e forse sei abbastanza fortunato da esserlo ancora.
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Victor Hugo, biografia e citazioni

Émile-Antoine Bayard (1837-1891), artista francese nota per le illustrazioni di Cosette nel romanzo “I Miserabili”

Se fosse dato ai nostri occhi terreni di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe molto più sicuramente un uomo da quel che sogna, che da quel che pensa.
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Un io feroce: ecco l’invidioso.
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Il successo è una cosa piuttosto lurida; la sua falsa somiglianza col merito inganna gli uomini.
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Ho incontrato per strada un uomo molto povero ed innamorato, portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato. L’acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell’animo.
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Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.
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Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione.
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Dio ha creato il gatto per darci l’illusione di poter accarezzare una tigre.
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Felice il cuore innamorato che medita sull’eterno destino e che, come un viaggiatore che parta al primo mattino, si sveglia, con la mente piena di chimere, e inizia sin dall’alba a leggere e a pregare.
E man mano che legge, la luce lentamente si diffonde nel suo animo come nel firmamento.
Vede distintamente, in quel lieve chiarore, qualcosa nella sua stanza e qualcosa in se stesso;
In casa tutto dorme; lui crede di esser solo, eppure con un dito sulle labbra, dietro di lui, mentre l’estasi lo inebria, si chinano gli angeli sul suo libro e sorridono.
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Morire non è nulla; tremendo è non vivere.
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L’uomo benefico è colui che dà meglio, non colui che dà molto.
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Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
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Niente come un sogno, può creare il futuro.
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Per quanto la vita sia breve, noi la rendiamo ancora più breve sprecando allegramente il nostro tempo.
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Osare: il progresso si ottiene solo così.
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Colui che è affamato non ha scelta.
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Amare o aver amato basta: non chiedete altro, non c’è altra perla da scoprire nelle pieghe tenebrose della vita, amare è un compimento.
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