Citazioni e immagini (Marzo 2022)

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Le parole vanno raramente al posto giusto, e solo per un tempo brevissimo. Per il resto servono a parlare a vanvera, come adesso. O a fingere che sia tutto sotto controllo.
– Elena Ferrante
(?beautifulbizarre.net)

 

[Mala tempora currunt.
L’Università Bicocca di Milano aveva annullato il corso che lo scrittore Paolo Nori avrebbe dovuto tenere nell’ateneo sull’autore russo Fedor Dostoevskij. Dinnanzi all’ondata di polemiche scatenate dall’annuncio dato dallo scrittore, ci ha ripensato e ha confermato il seminario.]
Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Eppure sono convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.
Fëdor Dostoevskij (Foto dal web)

Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” – si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi.
Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: – “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto.” Il topolino andò dal maiale dicendogli, “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: -“mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.” Il topolino allora andò dalla mucca: -“C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” La mucca disse, “Oh, Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba.” Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d’urgenza all’ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l’ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda.
Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te“.
Ernest Hemingway
(Foto dal Web)

 

Ma prima o poi ci sarà una nuova generazione di giovani che svegliandosi dal torpore, nel quale il potere li ha intrappolati, rovisteranno nelle soffitte impolverate dei loro genitori e troveranno uno zaino e un sacco a pelo e a questo punto andranno “lungo la strada” a riprendere il cammino interrotto.
Jack Kerouac
(? Pinterest)

 

Un soldato entra in una casa e trova dei soldati russi che mangiano con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. Tutti rimangono increduli, lui ha in mano il fucile, ma nessuno si muove. Chiede alla padrona di casa se può avere anche lui un po’ di minestra. La donna prende un piatto e lo riempie, così, con semplice grande gesto: “Mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto”. Il soldato ringrazia la donna, che risponde con semplicità. Poi esce dalla casa: “I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi”. Dei giovani, costretti a essere nemici per forza in nome di una patria, hanno superato così quel confine. La loro vera “patria” è diventata improvvisamente quella casa, quelle donne che offrono un piatto di minestra e i nemici sono la fame, il gelo, la stupidità umana.
Da “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern.
(? “La tregua di Natale”)

 

Il cielo era stellato, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva se sotto un cielo così potessero vivere uomini senza pace.
Fëdor Dostoevskij
(? heaven-ly-mind – Gauli Margheriten)

 

Se mi domandassero tre consigli, io risponderei: torna bambino ogni volta che puoi, scegli la solitudine se non hai una vera compagnia, e respira la follia quando la normalità ti soffoca.
– Gian Marco Manzo
(? “Freedom”, Ivan Spasic)

 

[Lontano dalla retorica della guerra e della “festa della donna”. Lontano, lontano…]
Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità.
Lev Tolstoj
(? Pinterest)

Chiamano progresso,
crescita, democrazia,
questa follia del guadagno
che in un colpo solo
ha ucciso
il sacro e l’intensità
e la poesia e i canti
e il silenzio,
la dolcezza, la devozione.
Solo gli alberi e gli animali
resistono all’inganno.
Ora io credo solo alla luce,
alle rondini e ai cardi.
Quando sfioriscono le rose
annuso i sassi
sulla spiaggia.
– Franco Arminio
(? Ricardo Alvarez Henao)

 

Io non lo so chi c’ha ragione e chi no
Se è una questione di etnia, di economia,
Oppure solo pazzia: difficile saperlo.
Quello che so è che non è fantasia
E che nessuno c’ha ragione e così sia,
E pochi mesi ad un giro di boa
Per voi così moderno
C’era una volta la mia vita
C’era una volta la mia casa
C’era una volta e voglio che sia ancora.
E voglio il nome di chi si impegna
A fare i conti con la propria vergogna.
Dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più…
Eccomi qua, seguivo gli ordini che ricevevo
C’è stato un tempo in cui io credevo
Che arruolandomi in aviazione
Avrei girato il mondo
E fatto bene alla mia gente
E fatto qualcosa di importante.
In fondo a me, a me piaceva volare…
C’era una volta un aeroplano
Un militare americano
C’era una volta il gioco di un bambino.
E voglio i nomi di chi ha mentito
Di chi ha parlato di una guerra giusta
Io non le lancio più le vostre sante bombe,
Bombe, bombe, bombe, bombe!
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più…
Io dico si dico si può
Sapere convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico si al dialogo
Perché la pace è l’unica vittoria
L’unico gesto in ogni senso
Che dà un peso al nostro vivere,
Vivere, vivere.
Io dico si dico si può
Cercare pace è l’unica vittoria
L’unico gesto in ogni senso
Che darà forza al nostro vivere.
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più

Il mio nome è mai più...

E se non hai morale
E se non hai passione
Se nessun dubbio ti assale
Perché la sola ragione che ti interessa avere
È una ragione sociale
Soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare
Non farla nel mio nome
Non farla nel mio nome
Che non hai mai domandato la mia autorizzazione
Se ti difenderai non farlo nel mio nome
Che non hai mai domandato la mia opinione
Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
(Sparagli Piero, sparagli ora)
Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira

(Sparagli Piero, sparagli ora)

Io ho tre vite.
La mia,
quella che si inventano gli altri,
e quella che gli altri
pensano che sia la mia vita.
Fernando Pessoa
(? Pinterest)

 

Devi iniettarti ogni giorno un po’ di fantasia per non morire di realtà.
– Ray Bradbury
(Lee White Illustration)

 

Credo profondamente nel dubbio e nel coraggio di esprimerlo. Questa società è competitiva, devi vivere facendo finta di sapere tutto. Così poi torni a casa e hai l’insonnia da «diverso». Invece è bello sapere che c’è tanta altra gente che non dorme, che si sente diversa, come te.
Massimo Troisi
(? Pinterest)

 

“… volevamo dormire, non per stanchezza bensì per nostalgia dei sogni.
– Gabriel Garcìa Màrquez “Cent’anni di solitudine”
* Art Frederic Leighton

 

La parte peggiore di sentirsi dire una menzogna è il non essere stati ritenuti degni della verità.
Jean Paul Sartre
(? Cecil Beaton )

 

Si può uccidere tutto meno la nostalgia, la portiamo nel colore degli occhi, in ogni amore, in tutto ciò che profondamente tormenta e libera e inganna.
– Julio Cortàzar
(? Pinterest)

 

Un libro ti costringe ad essere tranquillo in un mondo che non te lo permette più.
– John Green
(? Ivan Ives)

 

Amate gli animali: Dio ha donato loro i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non contrastate il pensiero divino. Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e lasci la tua orma putrida dietro di te; purtroppo questo è vero per quasi tutti noi.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
(? Pinterest)

 

[ E coloro che si dicono “più intelligenti” e “non violenti” perché non fanno per primi un passo indietro? ]
Di sera poi riesco a “sfogliare” il bollettino di guerra… E la domanda è sempre la stessa: ma è così tanto difficile fermarsi? Trovare un punto d’incontro? E coloro che si dicono “più intelligenti” e “non violenti” perché non fanno per primi un passo indietro? Isolare e condannare Putin è più importante di tante vite che svaniscono ogni giorno? Chi è il più forte? Chi si ferma o chi si arma? Non sindaco sui giudizi espressi da Biden su Putin…ma cosa ce ne facciamo di un pugno di parole di odio se ciò di cui abbiamo bisogno è la pace? Mi sembra un brutto film o, peggio, un atroce videogioco. Dove tutti vogliono la pace, mentre fanno spudoratamente la guerra. Guerra di sanzioni o munizioni. Non importa. Sempre guerra è.
– Angelo De Pascalis
(? wisbechstandard.co.uk)

Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.
– Vittorio Arrigoni
(?@rvoneinem)

 

Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno.
Da “I fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij.

 

È il solito problema di sempre, se non parliamo siamo infelici, e se parliamo non ci comprendiamo.
José Saramago
(? Luc Kordas, “Loneliness in New York City”)

 

Sono stanco dell’intelligenza.
Se almeno con essa si comprendesse qualcosa.
Fernando Pessoa
* Ph Pinterest

 

Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza.
Lev Tolstoj
(? da Pinterest)

 

Vede, sto bene con me stesso. Vivo in questo posto meraviglioso sulle pendici del Mongibello. Dalla veranda del mio giardino osservo il cielo, il mare, i fumi dell’Etna, le nuvole, gli uccelli, le rose, i gelsomini, due grandi palme, un pozzo antico. Un’oasi. Poi purtroppo rientro nello studio e accendo la tv per il telegiornale: ogni volta è un trauma. Ho un chip elettronico interiore che va in tilt per le ingiustizie e le menzogne. Alla vista di certi personaggi, mi vien voglia di impugnare la croce e l’aglio per esorcizzarli. C’è un mutamento antropologico, sembrano uomini, ma non appartengono al genere umano, almeno come lo intendiamo noi: corpo, ragione e anima”… C’è una gran quantità di personaggi che sento estranei a me ed è mio diritto di cittadino dirlo: non li stimo, non li rispetto per quel che dicono e sono. Non appartengono all’umanità a cui appartengo io. E, siccome faccio il cantante, ogni tanto uso il mio strumento per dire ciò che sento. La musica dovrebbe essere super partes e magari non dovrei occuparmi di materia sociale. Ma sono anch’io un peccatore e la carne è debole.
– Franco Battiato (Ionia, 23 marzo 1945 – Milo, 18 maggio 2021)
(? Dal Web)

 

COME FARE LA PACE
«Professò, ma se l’Italia va in guerra pure voi dovete andarci?»
«Pasqualì perché dovremmo andare in guerra».
«Per la pace».
«Fammi capire, per avere la pace dovremmo fare la guerra?»
«Professò quelli così dicono».
«Sì, ma tu cosa dici?»
«Beh non hanno tutti i torti. Se uno non vuole fare pace con me io vado da lui, lo abboffo di mazzate e poi ti faccio vedere come vuole fare pace con me».
«Pasqualì ma è un ossimoro».
«Professò piano con le parole, ossimoro non me lo dite».
«Pasqualì ma che credi, l’ossimoro è una figura retorica che viene usata per unire due termini opposti, come “l’estate fredda”, “un’amara dolcezza”, “sole di ghiaccio”».
«Professò, ho capito, come “amore criminale”, una trasmissione che guarda sempre la nonna perché dice che quella signora fa delle domande ai criminali senza paura».
«Esatto. Pensare che l’amore sia possibile anche facendo del male è una contraddizione e quindi l’amore violento un ossimoro».
«Professò, allora inviamoci le armi così se la vedono tra loro».
«Pasqualì, ma è continuare a mettere zizzania, mica un modo per favorire la pace».
«Professò allora mandiamoci la nonna».
«La nonna? A fare che?»
«Professò, voi non avete idea. Quella li prende per le orecchie, li mette intorno ad un tavolo, gli prepara una bella genovese e dice: “Tanto vi alzate da qui quando avete chiarito”».
«Pasqualì secondo te funziona?»
«Professò a casa mia hanno fatto la pace in questo modo mia mamma e mio padre, mio zio Salvatore e zia Titina, i miei cugini Fausto e Mario per una questione di case e Maria con Chiara, due amiche della nonna, che non si parlavano da un anno».
«Chiamo subito il ministero degli esteri. Intanto dici alla nonna che si tiene pronta».
«Professò però se ne parla lunedì perché domani la nonna deve fare la spesa grande, già lo so».
«Pasqualì la pace non può aspettare».
«Professò la nonna neanche. E non fatela arrabbiare».
– Francesco Uccello
(?mennyfox55.tumblr.com)

 

La vita è breve e non abbiamo troppo tempo per rallegrare i cuori di coloro che sono con noi in cammino lungo la strada buia.
Sii pronto ad amare!
Sii gentile senza indugi.
– Henri Frédéric Amiel
(? Da Pinterest)

 

Ad un certo punto bisogna saper andar via. Io sono il tipo che vuol sempre restare fino all’ultimo, fino a che la festa non è finita, finché c’è vita c’è speranza, fino a che non mi dici chiaramente che è ora di andare. Invece dovrei imparare a sparire, a un certo punto, perché tanto alle persone piace sentire la mancanza di qualcuno, più della sua presenza. Fanno così: dicono che vorrebbero qualcuno che non se ne vada mai, poi lo trovano e sai a chi pensano? A chi non c’è.
Charles Bukowski
(? Da Pinterest)

 

Posso magari non credere nell’ordine delle cose, ma le foglioline vischiose che spuntano a primavera mi sono care, mi è caro il cielo azzurro e mi sono care certe persone, che a volte non si sa neppure perché si amino, e mi sono care certe conquiste umane, nelle quali, forse, ho smesso di credere da un pezzo, ma che si continuano a venerare col cuore, come vecchi ricordi.
Fĕdor Dostoevskij
(? Alexander Ivanov)

 

Nati così in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo.
Charles Bukowski
(? Da Pinterest)

 

Il mio poster rappresenta la terra che ci collega e ci unisce.
Le persone sono aggrappate l’una all’altra; se una persona lascia andare, il resto di loro cadrà. Siamo tutti collegati gli uni agli altri“.
Sono le parole pronunciate da Anja Rožen, una studentessa slovena di 13 anni che è stata scelta tra 600.000 ragazzi e ragazze di tutto il mondo e si è aggiudicata il primo premio al concorso internazionale “Un Poster per la Pace”.
(Rosetta Cavallo – Professione Insegnante)

 

Con 12 miliardi di euro l’anno, in Italia, quante cose belle potremmo fare?
Ecco una piccola lista della spesa in ordine sparso:
Migliorare la sanità italiana: assumere medici e infermieri, stabilizzare i precari, accorciare le liste d’attesa. Ristrutturare ospedali, acquistare macchinari più nuovi ed efficienti, rendere migliori le RSA.
Fare ricerca: soprattutto in ambito medico, che in fondo interessa veramente a tutti, ma non solo. La ricerca crea futuro.
Scuole: a partire dall’edilizia scolastica, ma anche assunzioni in ruolo, più insegnanti, più presidi, più classi e meno affollate. Insomma, una riorganizzazione strutturale e concettuale, per salvare il futuro dei nostri figli.
Case: edilizia popolare, interventi nelle zone sismiche, case ai terremotati che ancora aspettano, e chissà quanto aspetteranno ancora.
Ambiente: bonifiche, controlli, monitoraggi. Chiedetelo a chi abita nelle troppe terre dei fuochi, o nel nord-est avvelenato dai PFAS che cosa si potrebbe fare con 12 miliardi di euro.
Cultura: qualcuno una volta disse che con la cultura non si mangia. A parte che non è vero, ma anche se non ci si mangiasse, la cultura è comunque quello che ci distingue dagli animali. Ed è strano che combattere la povertà educativa non sia considerato una priorità assoluta.
Educazione: per imparare a dire di no alla mafia, alla corruzione, al malaffare. All’egoismo che impedisce di rispettare i beni comuni e il senso di collettività.
Aiutare: non si può morire di freddo per strada, nell’indifferenza generale. Non si può morire in mare per sfuggire alle guerre, non si può morire nei boschi in fuga dalla fame e dalla disperazione, solo perché non si ha il passaporto giusto.
Povertà: disuguaglianze, ingiustizie sociali….
Pace: investire sulla pace, il dialogo, il confronto non violento. Si può fare.
Ma invece aumentiamo le spese militari… Come ha detto Papa Francesco: Pazzi!
Veramente sarà un grande giorno quello in cui la scuola prenderà dallo Stato tutti i soldi che vuole e l’esercito e l’aviazione dovranno organizzare una vendita di torte per comprare bombardieri.
(In foto: Murale di Dalinda Louati, Sfax, Tunisia)
Da “La farfalla della gentilezza”.

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