Pensieri e immagini ( maggio 2019 )

L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo.
Albert Einstein
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Solo la fantasia ci salva la vita.
-Siegfried Lenz
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Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri.
– Luc de Clapiers de Vauvenargues
Ph: Phan Rang

 

Se tu fossi una lacrima io non piangerei per paura di perderti.
-Jim Morrison
Marc Chagall, “Bouquet di nozze”.

 

I grandi amori sono sempre in cammino.
Alda Merini
Photo by Kim Ki-Chan | Magnum Photos✿⊱ |

 

La vita è così breve che non c’è tempo per litigi, per il rancore e per la guerra. C’è solamente il tempo per amare e dura solamente un istante.
Mark Twain
Fotografia di Monia Merlo.

 

La tristezza vola via con le ali del tempo.
-Jean de La Fontaine
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[L’ arte di sognare]
Alcuni dicono che il sonno profondo è senza sogni e che si sogna solo nei momenti che precedono il risveglio, e che nel giro di pochi secondi si immaginano eventi della durata di minuti o di ore intere. Altri invece sostengono che si sogna per tutta la durata del sonno, così come le sensazioni e le esperienze si susseguono ininterrotte allorché si è svegli; ma che noi ricordiamo – quando ricordiamo qualcosa affatto – solo dei frammenti, gli episodi conclusivi della lunga vicenda onirica; come se uno che, di notte, fosse in grado di visitare gli abissi del mare ma che, al ritorno, riuscisse solo a ricordare gli ultimi istanti, prima di riaffiorare alla superficie: l’acqua verde che filtra la luce del giorno, le sabbie dell’approdo mattutini. Altri ancora ritengono che nel sogno profondo si spalancano le porte di antichissime, misteriose caverne della mente e ne escono fuori forze oscure, che però sono per loro natura inesprimibili – e quindi invisibili agli occhi di chi sogna. Alcune di tali forze oscure tuttavia (così sostiene questa teoria) riescono a risalire, dalle profondità degli abissi psichici, verso la soglia della coscienza, e nel risalire attraggono a sé qualche brandello, qualche scheggia – per concordanza o per affinità – della memoria individuale del dormiente che sogna: quindi qualcosa arriva dall’abisso alla ragione. I sogni sono perciò bolle, bollicine, immateriali globi di sostanza reale, che risalgono per loro natura attraverso l’elemento del sonno, che tutto avviluppa; e troppo numerose per venir conosciute e ricordate dal dormiente, il quale al suo risveglio ne afferra solo una qua e là, come un bimbo – d’autunno – può afferrare una foglia fra le mille e mille che, intorno a lui, cadono al suolo.
-Richard Adams
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Si può sopportare qualsiasi verità, per quanto distruttrice sia, purché surroghi tutto, e abbia la stessa vitalità della speranza alla quale si è sostituita.
-Emile Cioran
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Credevi che quelle fossero le parole, quei suoni deliziosi usciti dalle bocche dei tuoi amici?
No, le vere parole sono ben più deliziose di quelle.
I corpi umani sono parole, miriadi di parole.
Walt Whitman
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Non c’è inverno che non si trasformi in primavera,
O rumore in canto
Come quando il celeste desiderio
d’amore prende forma
io muto nelle cose più belle.
– Giovanni Cugliari
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Quando si usa la mente secondo una visione rigida e angusta delle cose, si entrerà in conflitto con esse e si avrà sempre la peggio. L’ampiezza di vedute e la dolcezza non provocano mai il minimo danno.
– Yoshida Kenkō
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Mi stia lontano chi ha cuore arido, chi ha ciglia asciutte.
Johann Wolfgang Goethe
(Foto di Noell S. Oszvald)

 

Il soffrire passa. L’aver sofferto non passa mai.
Fëdor Dostoevskij
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Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano.
Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.
Harper Lee, “Il buio oltre la siepe”
(Nella foto Gregory Peck nel ruolo di Atticus Finch)

 

Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.
Pablo Neruda
(Keiichi Ichikawa Photography)

 

La vita diventa una cosa deliziosa,
non appena si decide di non prenderla più sul serio.
– Henry de Montherlant
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Al mio paese non si contano i giorni della settimana e, non contando i giorni della settimana, si vive felici.
– Carlo Perasso
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Un anno prima della sua morte, Franz Kafka visse un’esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, Elsi, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola preferita, Brigida. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola scrisse una lettera – da parte della bambola – e la portò con se quando si rincontrarono. “Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina si incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine Kafka le regalò una bambola. Era ovviamente diversa dalla bambola perduta, e in un biglietto accluso spiegò: “i miei viaggi mi hanno cambiata”.
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva: “ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa.”
Da “Kafka e la bambola viaggiatrice” di Jordi Sierra i Fabra.
(Immagine reperita nel web)

 

Hai mai desiderato di avere una seconda possibilità di incontrare qualcuno per la prima volta?
Charles Bukowski
(Ph: web)

 

Non reagire è una reazione: siamo altrettanto responsabili di ciò che non facciamo.
-Jonathan Safran Foer
[Foto di Maxwell Tomlinson su Flickr]

Nessuna persona merita le tue lacrime,
e chi le merita sicuramente non ti farà piangere.
– Gabriel García Márquez
(Ph: web)

 

Tutti i grandi cambiamenti sono semplici
– Ezra Pound
Ph: “Transition” by Sarah Cummings

 

Io mi rialzo sempre,
il problema non è quello.
Il problema sono i pezzi di me che ogni volta,
se ne vanno.
Quello che diventerò,
pur di restare in piedi.
Giulia Carcasi
(Charlotte Bracegirdle, New York 1932)

 

La Tigre
Tigre! Tigre! che ardi e splendi
nelle selve della notte,
che immortale ti foggiò
la tremenda simmetria?
In remoti abissi o cieli
arse il fuoco dei tuoi occhi?
Su che ali osa volare?
Quale mano afferra il fuoco?
Quale spalla, quale arte
torse i gangli del tuo cuore?
E quand’esso a batter prese
che pauroso piede o mano?
Che martello? Che catena?
In che forno il tuo cervello?
Quale incudine? Che morsa
ne serrò i mortali orrori?
Gli astri giù scagliaron lance,
inondando il ciel di pianto;
ai suoi atti lui sorrise?
Lui che fece Agnello e te?
Tigre! Tigre! che ardi e splendi
nelle selve della notte,
che immortale osò foggiarti
la tremenda simmetria?
– William Blake
Ph: Web

 

L’attimo fuggiva, oh, che altro può fare un attimo?
-Carlo Emilio Gadda
(“Asie”, Eric Drigny)

 

 

 

La disobbedienza, agli occhi di chiunque abbia letto la storia, è la virtù originale dell’uomo. È attraverso la disobbedienza che il progresso si è realizzato, attraverso la disobbedienza e la ribellione.
Oscar Wilde 

 

Niente offre certezze incrollabili e coerenze granitiche come l’ignoranza.
-Vittorio Zucconi
Ph web

 

La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata”, mi spiegò mia madre poco prima di andarsene. “Se saprai ricordarmi, sarò sempre con te”.
Isabel Allende
Ph: web

 

Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo.
-Ennio Flaiano
Ph: web

 

“Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”.
Oscar Wilde
(Photographer: Irwin Wong)

 

[E rider vuole qua]
Recitar! Mentre preso dal delirio
Non so più quel che dico
E quel che faccio!
Eppur… è d’uopo… sforzati!
Bah! Sei tu forse un uom?
Tu se’ Pagliaccio!
Vesti la giubba
E la faccia infarina
La gente paga e rider vuole qua
E se Arlecchin
T’invola Colombina
Ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!
Tramuta in lazzi
lo spasmo ed il pianto
In una smorfia il singhiozzo
E’l dolor – Ah!
Ridi, Pagliaccio
Sul tuo amore infranto
Ridi del duol che t’avvelena il cor
– Vesti la giubba, più conosciuta come Ridi, pagliaccio, è un’aria dell’opera Pagliacci di –Ruggero Leoncavallo
Art: Lauren Poor – Lonesometown

La sintonia nasce tra chi ha le stesse note dentro.
(Cit.)
Dipinto di Lisete Alcalde

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