L’ingiustizia sociale fotografata da Émile Zola

Emile Zola, biografia e citazioni
La violenta accusa alla società ipocrita e decadente della Francia imperiale trova nelle opere di Émile Zola la sua massima espressione. La sua analisi spietata e inflessibile si sofferma su tutti quei personaggi inquietanti e talvolta disgustosi che si aggirano tranquillamente con la loro crudele “normalità” in una società pronta ad accogliere a braccia aperte la falsità e la vigliaccheria e ad accanirsi, invece, nei confronti dei diversi e dei derelitti.
Nei suoi romanzi, ancora oggi di estrema attualità, non risparmia alcun ceto sociale, pur mostrando una certa indulgenza nei confronti delle classi sociali più povere.
zola 15Romanzi estremamente crudi, quelli di Zola. Ancora oggi riescono a sconvolgere il nostro animo scaraventandoci in tuguri dalle pareti scrostate dove t’investe il tanfo dell’umidità e del sudiciume, e in taverne dove la gente s’intontisce di alcool senza curarsi della sofferenza altrui. E quel “caposcuola” del Naturalismo che abbraccia il darwinismo, il rigore scientifico del Positivismo, rigettando il sentimentalismo e la spiritualità della corrente romantica di cui tuttavia se ne coglie l’influenza, mostra ad una lettura superficiale un’apparente freddezza nel descrivere personaggi ed eventi, una cupa rassegnazione, come se il destino degli uomini sia già segnato da fattori ambientali ed ereditari. Si muove in un periodo storico in cui molte scoperte scientifiche sembrano annebbiare ogni speranza di riscatto dai geni ereditati e dagli stimoli ambientali, ma fatica a celare i suoi sentimenti di disprezzo o di affetto nei confronti dei personaggi che animano i suoi romanzi e di cui offre una rappresentazione potente e impietosa.
Secondo Zola, la scuola naturalista non osserva gli esseri umani e gli eventi attraverso uno schermo colorato, come i narratori di altre correnti, e nemmeno pretende, come la scuola realista, che il vetro interposto tra il mondo come appare realmente e l’opera dello scrittore sia perfettamente cristallino. Pretendere questo da un romanziere è chiedere qualcosa impossibile da attuare: sul vetro si accumula necessariamente una polvere che oscura e in qualche modo modifica e annerisce gli oggetti intravisti.
Questo grande scrittore europeo, dalla vita segnata sin da bambino dalla sofferenza, posa il suo sguardo, solo apparentemente scientifico, ma in realtà appassionato e pieno di umana compassione, su ambienti che fino a quel momento non erano stati considerati meritevoli di un simile approfondimento.

Émile Zola, biografia, stile, opere e citazioni
Nato a Parigi il 2 aprile del 1840, ma vissuto fino ai diciotto anni quasi sempre ad Aix-en Provence, resta orfano di padre a soli sette anni.
Le notevoli difficoltà economiche accompagnate da frustrazioni psicologiche, caratterizzano l’infanzia e la giovinezza di Zola. Si trasferisce a Parigi con la madre a diciotto anni e fatica ad ambientarsi nella nuova scuola dove viene respinto due volte agli esami di maturità.
Decide quindi di abbandonare gli studi e di dedicarsi a lavori che non lo soddisfano e gli recano ulteriori umiliazioni.
Assunto come facchino dalla casa editrice Hachette, viene però presto notato per la sua vivace intelligenza, unita al suo talento nella scrittura. In breve tempo inizia la carriera giornalistica e scrive i primi romanzi che mostrano una non indifferente influenza del Romanticismo. Per tutta la vita la sua professione di giornalista affiancherà quella di romanziere.
zola 16Grande estimatore degli scrittori realisti e del marxismo, studia anche il positivismo e la teoria dell’evoluzione della specie di Charles Darwin. Abbraccia il Naturalismo, una corrente letteraria volta a rappresentare la realtà in tutti i suoi aspetti ponendo particolare attenzione ai ceti sociali più umili, diventandone il caposcuola. Lascia la casa editrice Hachette e si afferma come critico d’arte esaltando la pittura impressionista, ancora poco compresa nel periodo in cui vive. Dopo la pubblicazione di alcuni libri che non suscitano alcun interesse, avviene la svolta letteraria dello scrittore con la pubblicazione del romanzo “Thérèse Raquin“, nel 1867, che desta scandalo perché considerato eccessivamente crudo.
Dramma psicologico cupo, “Thèrése Raquin“, nonostante venga prontamente stroncato dalla critica, riscuote un enorme successo tra i lettori. Alcuni studiosi sostengono che, senza quella donna che dà il titolo al romanzo, vittima di un ambiente degradato, trattata come se fosse malata e costretta a sposare un uomo che la disgusta, non vi sarebbe stata Lady Chatterley. L’analogia tra la delittuosa adultera parigina che uccide il marito quando conosce un altro uomo da cui è attratta fisicamente e l’elegantissima intellettuale dama inglese di David Herbert Lawrence potrebbe apparire azzardata. Eppure, se si tiene in considerazione che alla base dell’uno e dell’altro romanzo vi è la schietta asserzione che anche una donna può avvertire la necessità di una pienezza sessuale e non solo sentimentale, il paragone ha ben ragione d’esistere.
zola 17Come Lady Chatterley, anche Thèrése è una donna insoddisfatta. Ma Lady Chatterley, nata in un altro periodo storico e in un ambiente sociale diverso da quello di  Thèrése, riesce a sublimare sentimentalmente la sua attrazione fisica per il guardacaccia. Tutto ciò non accade a Thèrése ed al suo amante. La loro relazione resta allo stadio di una passione quasi animalesca. La raffinata protagonista del celebre romanzo di Lawrence trasforma la sua passione in un’eroica ribellione contro le convenzioni del suo tempo e del suo ceto sociale; la relazione amorosa di Thèrése sfocia invece nell’istigazione e nella connivenza ad un efferato delitto.
Nel romanzo di Zola l’aspetto iniziale dell’insoddisfazione sessuale della donna viene posto in secondo piano, nell’economia generale del libro, rispetto allo studio spietato e drammatico del rimorso angosciante e ossessivo che impedisce ai due amanti di godere del loro apparente successo e della loro fortunata impunità.
Stupisce che nella prefazione alla seconda edizione del romanzo lo scrittore abbia dovuto difendersi dall’accusa di immoralità: «Ho avuto un solo desiderio: presi un uomo energico e una donna insoddisfatta, cercare in loro l’animale, non vedere nient’altro che l’animale, gettarli in un dramma violento e annotare scrupolosamente sensazione e atti di queste creature. Mi sono limitato a fare su due corpi viventi il lavoro analitico che i chirurghi fanno su due cadaveri».

Disegno di Richy Lobred

Disegno di Richy Lobred

Lo stupore sorge perché il libro appare, al contrario di quello che asseriscono i critici del tempo, ancorato ad una lezione di moralità tradizionale. Zola, con quel romanzo, sembra lanciare il messaggio ben chiaro che si può condensare nella nota frase “Il delitto non paga“.
I due amanti sono due esseri quasi del tutto privi di ogni luce spirituale. Eppure, nonostante le apparenze, vengono annientati dal rimorso. Personaggi troppo rozzi per possedere una vera coscienza, il loro “pentimento” non deriva da un sentimento o da un ragionamento; viene infatti rappresentato dalla presenza quasi tangibile del cadavere in decomposizione della vittima. Solamente l’anziana madre dell’assassinato, donna calorosa e innocente, tradita nei suoi affetti e nel suo candore, non sente l’ombra del tragico delitto, fino a quando saranno gli stessi amanti, stroncati dalla disperazione, le riveleranno l’accaduto. E sarà proprio lei a sopravvivere, nella sua impotenza, alla tragedia finale. Una figura da accostare ai famosi vecchi traditi della letteratura: Re Lear e Papà Goriot. Come loro, anche la vecchia signora Raquin ha amato moltissimo, ma in modo non giusto. Ha ritenuto di poter decidere della vita degli altri senza chiedersi quali conseguenze ne sarebbero derivate.
Sullo sfondo di questo dramma piccolo-borghese si muovono alcuni personaggi secondari, gli amici individualisti e gretti che si preoccupano solamente di conservare il loro meschino piacere della giocata a carte settimanale nella casa della garbata signora Raquin. Il dramma si sviluppa sotto i loro occhi, ma quei personaggi preferiscono far finta di nulla. Non vogliono vedere per non destabilizzare la pace delle loro riunioni per giocare a carte in casa Raquin.

Émile Zola, biografia, stile, opere e citazioni

Intérieur (Le Viol), dipinto di Edgar Degas che rappresenta una scena del romanzo scandalo “Thérèse Raquin“.

Ateo e anticlericale, Zola, teorico del romanzo sperimentale, vorrebbe escludere dalla funzione letteraria la partecipazione romantica ai destini della società. Lo scrittore dovrebbe esercitare solo il compito di osservare in modo distaccato le problematiche sociali. Ma succede veramente questo nel Zola del suo primo romanzo naturalista e dei suoi successivi capolavori? Appare veramente distaccato nel tratteggiare i drammi umani? In realtà, pur documentando con cura chirurgica i suoi personaggi, supera quei limiti imposti dal naturalismo e le sue rappresentazioni riescono ad evidenziare un messaggio di denuncia sociale fin troppo palese. Mostra le scene più sgradevoli proprio per comunicare l’infelicità di chi ha la sventura di vivere in un ambiente sociale di deprivazioni e degrado. E in quelle ferite interiori mostrate senza alcun velo, si legge il pensiero di uno dei più grandi scrittori europei che, attraverso la descrizione dell’agonia dei suoi personaggi, aspira ad una società più giusta che liberi la massa dall’ignoranza e dalla miseria.

Il distacco di Zola è apparente; suscita riflessioni, spinge ad esprimere dei giudizi e quindi si può intravedere un’evoluzione anche nel “peggiore” degli individui. Proprio per tale ragione subisce le aspre critiche dei conservatori che vedono in lui un “sovversivo”. La speranza di un riscatto dell’essere umano infastidisce molto coloro che vorrebbero vedere per sempre un mondo suddiviso in classi sociali dal destino predefinito.
Si unisce in matrimonio con Gabrielle Alexandrine nel 1870, ma intrattiene una relazione clandestina con Jeanne Rozerot, una delle cameriere della moglie, e dalla quale avrà due figli, Denise e Jacques. Scoperta la relazione con la giovane cameriera, la moglie gli impone di lasciarla. Ma Zola continua a condurre una doppia vita e, dopo la morte dello scrittore, le due donne s’incontreranno e decideranno di dare il cognome del padre ai due figli avuti dalla donna.

Émile Zola, biografia, opere, stile e citazioni

Jeanne Rozerot

Personalità passionale, è uno dei pochi intellettuali del periodo a prendere apertamente posizioni non condivise dai più completamente incurante delle conseguenze. Il caso “J’ accuse” in cui difende un capitano di discendenza ebraica, Alfred Dreyfus, accusato e condannato ingiustamente per spionaggio, ha segnato la storia della Francia. Lo scrittore indirizza la lettera al Presidente, schierandosi apertamente con gli innocentisti. Il suo generoso intervento gli costa la condanna ad un anno di carcere e il pagamento di tremila franchi d’ammenda. Si rifugerà in Inghilterra e tornerà in Francia grazie ad un’amnistia.

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Ecco uno stralcio della famosa lettera: «Poiché essi hanno osato, oserò anch’io. La verità io la dirò, perché ho promesso di dirla, se la giustizia, dopo regolare processo, non l’avesse acclarata, piena e intera. È mio dovere parlare, non intendo rendermi complice. Le mie notti sarebbero ossessionate dallo spettro dell’innocente che espia laggiù, con la tortura più orribile, un crimine che non ha commesso. È a Lei, Signor presidente, che la griderò questa verità e con tutta la forza della mia ribellione di galantuomo. (…) il caso Dreyfus era il caso degli uffici del ministero della guerra, di un ufficiale dello Stato maggiore denunciato dai suoi colleghi dello Stato maggiore e condannato sotto la pressione dei capi dello Stato maggiore. Lo ripeto ancora, egli non può tornare innocente senza che l’intero Stato maggiore sia colpevole. (…)la verità è in cammino e niente potrà fermarla. Il caso comincia soltanto oggi, poiché oggi soltanto le posizioni sono nette: da una parte i colpevoli i quali non vogliono che sia fatta luce; dall’altra, i giustizieri i quali daranno la vita perché luce sia fatta. Del resto, l’ho detto e lo ripeto: quando la verità viene rinchiusa sotto terra, vi si ammassa, acquista una forza di esplosione tale che, quando scoppia, tutto salta in aria. Poi vedremo se non è vero che si sono create le premesse di un’esplosione che, quando avverrà, sarà totale».

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Émile Zola in un ritratto di Manet

Al suo ritorno, nel 1899, viene espulso dall’Ordine della Legion d’Onore, dove aveva operato come giornalista parlamentare, e abbandonato da gran parte dei suoi lettori.
Muore durante il sonno il 29 settembre 1902, asfissiato dalle esalazioni di una stufa, nella sua casa di Parigi.
Una folla rende omaggio a quel grande uomo che aveva osato rischiare la propria reputazione in nome della moralità e della cui morte, apparentemente avvenuta per un tragico caso, i sospetti di un attentato non sono mai stati dissipati del tutto.
Il capitano Dreyfus sarà riabilitato quattro anni dopo la morte di Zola.
Delle sue opere, appartenenti al ciclo di romanzi iniziati nel 1871 de “I 
Rougon-Macquart,  storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo impero”, volto ad esaminare tutti gli strati della societàbisogna ricordare “Il ventre di Parigi, “L’ammazzatoio, “Nanà, “Germinale, “La bestia umana e “La disfatta.
I temi affrontati da quel ciclo di romanzi, che racchiude ben venti opere, riguardano argomenti di attualità che spaziano dall’alcolismo alla prostituzione, dalla povertà alla crudeltà della guerra, e, insieme alle leggi della genetica che condizionano la vita di ogni personaggio da lui rappresentato, si affiancano i temi sociali della corruzione politica della Francia di Napoleone III. La sensibilità e l’onestà di Zola superano quei limiti del naturalismo positivistico che non gli permettono di essere preda del facile culto del progresso in un momento storico in cui le correnti estetizzanti dominano una letteratura che appare indifferente ai problemi sociali.
Ricordo con affetto la figura di questo grande scrittore e giornalista per le grandi opere che ha lasciato al mondo e per quella profonda umanità che non si limitò solamente ai diseredati della società, ma abbracciò anche gli animali a cui rivolse molti dei suoi pensieri operando la scelta di diventare vegetariano.
Di seguito una raccolta delle sue più significative citazioni e brani tratti dalle sue opere.

Émile Zola, biografia, stile, opere e citazioni

Ho una sola passione, quella della luce in nome dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.
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Un’opera d’arte è un angolo della creazione visto attraverso un temperamento.
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La civiltà non raggiungerà la perfezione finché l’ultima pietra dell’ultima chiesa non sarà caduta sull’ultimo prete.
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Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà.
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La scienza ha promesso la felicità? Non credo. Ha promesso la verità, e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità.
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«Se ti permettessero di salvarne dieci, chi sceglieresti? Scelta difficile. Se fossi la potenza infinita, li salverei tutti. Perché questi e non quelli? Certo io non posso vedere tutto essendo limitato, ma mi sembra che la Vergine non faccia opera di buon giustizia distributiva, e che sia crudele scegliere. Sembra, come la natura, obbedire al caso, senza giustizia». – Mi ha risposto che anche lui ci aveva pensato spesso, ma che bisognava inchinarsi alle decisioni della divinità, i cui atti sfuggono al nostro giudizio. Anche lui avrebbe voluto salvarli tutti. – La sua storia del malato che tornava tutti gli anni […] Volle convincerlo che, se la Vergine non lo salvava, era perché lo riservava a gioie future straordinarie. Gli salvava l’anima. – «Non è quello che veniva a cercare», ho risposto. In effetti, se tutti vogliono guarire, è la Terra che vogliono, non il Cielo.
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Émile Zola, biografia, opere, stile e citazioni
Aumentare il salario, che forse si può? Una legge di ferro lo fissa allo stretto necessario; all’indispensabile, perché l’operaio possa mangiare pane e sputo e procreare dei figli. Se il salario scende sotto quel livello, l’operaio crepa; e la richiesta di nuovi operai lo fa risalire. Se supera quel livello, cresce l’offerta di manodopera e lo fa calare. È l’altalena delle pance vuote, la condanna a vita alla galera della fame.
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Fino a tanto che avrete qualche cosa di vostro, e che il vostro livore contro il borghese non proverrà da altro che dal vostro rabbioso bisogno d’essere borghesi a vostra volta, non sarete degni mai della felicità.
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Il rimpianto della sua vita fallita, la vita del cuore, l’unica che gli importasse, lo prese alla gola come una mano che lo strozzasse. Ah, no; non bastava aver del pane per essere felice! Chi era quell’idiota che faceva dipendere la felicità dalla spartizione dei beni? Codesti acchiappanuvole di rivoluzionari, potevano bene distruggere la società e farne sorgere una nuova; con l’assicurare a tutti un tozzo di pane non darebbero all’umanità una gioia di piú né la libererebbero da un solo dolore! Al contrario, sarebbe l’infelicità che farebbero regnare sulla terra; perché persino i cani finirebbero per urlare di disperazione il giorno che, non piú paghi di soddisfare i loro istinti, illusi di elevarsi, cadessero in balía delle passioni che nulla può saziare. No, il solo bene era non esistere; ma, dovendo nascere, nascere albero, nascere pietra; granello di sabbia, meglio ancora, che non sa del piede che lo calpesta.
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La folla: una forza cieca che continuamente divora se stessa.
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La morte è più potente dell’amore. È una sfida gettata all’esistenza.
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Grevaise aveva aspettato alla finestra Lantier fino alle due del mattino. Poi, tremante di freddo, per essere rimasta, in camicia, esposta all’aria della notte, si era assopita, buttata di traverso sul letto, febbricitante, con le guance bagnate di lacrime. Da otto giorni, quando uscivano dal «Veau à deux têtes», dove abitualmente cenavano, lui la spediva a casa a dormire, insieme ai bambini, per ricomparire soltanto a tarda notte, dicendo che era andato a cercare lavoro. Quella sera, mentre ne spiava il ritorno, le era parso di vederlo entrare al ballo del Gran-Balcon, le cui dieci finestre, vividamente illuminate, gettavano un bagliore d’incendio sui bui viali della circonvallazione esterna. ( L’ammazzatoio)
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Nei bei giorni d’estate, quando un ardente sole incendia le vie, un chiarore biancastro cade dai vetri sporchi e si trascina miseramente nel passaggio. Nei brutti giorni d’inverno, nelle mattinate di nebbia, i vetri gettano soltanto oscurità sulle pietre viscide, oscurità sporca e ignobile. (Teresa Raquin)
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Emile Zola, biografia e citazioni

Emile Zola insieme ai figli

[Su Johann Strauss jr] Ha mostrato come il mondo può essere bello, io invece ho scritto come il mondo può essere brutto.
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Il mio ideale sarebbe di lavorare tranquilla, di avere sempre un tozzo di pane e un buco un po’ più decente per dormire […] un letto, un tavolino, due seggiole e nient’altro […] tirar su i miei figlioli, farne dei bravi ragazzi” e soprattutto “di non esser mai bastonata […] tutto qui, vedete, tutto qui. (L’ammazzatoio)
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Quando la verità viene sepolta… cresce, soffoca, accumula una tale forza esplosiva che, il giorno che scoppia fa saltare ogni cosa con sé.
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Sono proprio dieci anni, mia cara anima, ch’io t’ho raccontato le prime storielle. Che begl’innamorati eravamo noi allora! Io venivo da codesta terra di Provenza, dove sono cresciuto così libero, così fidente, così pieno di tutte le illusioni della vita. Io ero tuo, ero di te sola, delle tue tenerezza, del tuo sogno.
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In mezzo all’aperta pianura, sotto un cielo senza stelle, nero d’un nero d’inchiostro, un uomo percorreva, solo, la strada maestra tra Marchiennes e Montsou; dieci chilometri di massicciata che si lanciava in linea retta attraverso campi di barbabietole. Quasi non vedeva dove metteva i piedi; e dell’immenso orizzonte piatto che lo circondava aveva solo sentore per le raffiche del vento di marzo: vaste raffiche che spazzavano la pianura come un mare; gelate da leghe e leghe di palude e di landa sulle quali erano passate. Non un profilo d’alberi sul cielo; diritta come un molo, la strada si propendeva in un buio impenetrabile allo sguardo.
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Ritratto di Emile Zola di Félix Vallotton

Il mondo è pieno di brava gente. Quando si è onesti e si lavora il premio vien sempre…
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È così bello vivere, e la vita è così dolce che non può essere cattiva!
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La felicità per noi poveretti sta solo nell’umiltà e nell’ubbidienza.
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Lungo il viale deserto, nel profondo silenzio della notte, i carri degli ortolani, diretti verso Parigi, percuotevano con l’eco dei loro monotoni scossoni, a destra e a sinistra, le facciate della case immerse nel sonno dietro i filari confusi degli olmi. Un carro di cavoli e un altro di piselli si erano riuniti sul ponte di Neully ad otto carri di rape e di carote calati da Nanterre; ed i cavalli procedevano a testa bassa, con andatura pigra e uguale rallentata dalla fatica della salita. Su in alto, sdraiati bocconi, sul carico dei legumi, sonnecchiavano i carrettieri coi loro mantelli a righe nere e grigie, le redini arrotolate al polsi.
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Periranno, una dopo l’altra, tutte le nazioni cattoliche… sotto la cenere di una religione già morta.
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Nanà era sola, con la faccia volta in alto, nella luce della candela. E non era che un carname, un ammasso di umori e di sangue, una palata di carne marcia gettata là su un cuscino.
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Lei, aveva un’altra cosa, una piccola sciocchezza di cui si rideva, un po’ della sua nudità delicata, e con quel nonnulla, vergognoso ma tanto potente, la cui forza sollevava il mondo, da sola, senza operai, senza macchine inventate dagli ingegneri, aveva sconvolto Parigi e costruito quel patrimonio sul sonno di cadaveri. (Nanà)
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Emile Zola, biografia e citazioni

Emile Zola insieme al suo cane Pépin

Se mi domandate per quale motivo sono entrato in questa vita, vi risponderò: Sono venuto per vivere ad alta voce.
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Il destino degli animali è di maggiore importanza per me rispetto alla paura di apparire ridicolo; esso è connesso ineluttabilmente con il destino degli uomini.
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A mio parere non si può dire di aver visto qualcosa senza prima averla fotografata.
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Ci sono due uomini dentro l’artista, il poeta e l’artigiano. Si nasce poeti. Si diventa artigiani.
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La mia protesta di fuoco è semplicemente il grido della mia anima.
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Persone rispettabili … Che bastarde!
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Quando si ha un dolore troppo grande non si lascia spazio a nient’altro.
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I giovani naturalmente crescono con idee diverse dalle nostre perché nascono per i tempi in cui non ci saremo più.
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Emile Zola, biografia e citazioni

Loro non osavano scrutare in fondo alla loro natura, a quella confusione febbrile che ha riempito le loro menti con una sorta di densa nebbia acre.
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Oh, gli sciocchi, come buoni piccoli scolari, spaventati a morte dall’idea che tutto quello che è stato loro insegnato è sbagliato!
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Tutto è solo un sogno.
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L’incapacità umana è l’unico limite dell’arte.
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In amore come nella speculazione c’è molta sporcizia; anche nell’amore  la gente pensa solo della propria gratificazione; ma senza amore non ci sarebbe la vita, e il mondo sarebbe giunto al termine.
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Preferisco morire di passione che di noia!
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Un Dio gentile sarebbe caritatevole con tutti. Il tuo Dio di ira e di punizione non è che una fantasia mostruosa.
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Sì! vivere la vita con ogni fibra del proprio essere, abbandonarsi al proprio essere senza pensieri di ribellione, senza illudersi che si può migliorarlo e renderlo indolore.
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Su tutte le folle sembra galleggiare un disagio vago, un clima di malinconia pervasiva, come se qualsiasi grande raduno di persone creasse un’aura di terrore e di pietà.
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