«Niente mi rende così felice come osservare la natura e dipingere quello che vedo».
L’aria scanzonata di chi riesce a guardare oltre quello che noi comuni esseri umani riusciamo a percepire e la straordinaria bontà unita ad una generosità che spesso lo porta a compiere azioni molto lontane dalle sue possibilità economiche, fanno di Henri Rousseau un artista angelico che attraversa la vita in modo leggero e silenzioso. Sebbene nel corso della sua esistenza molti sono stati i dolori da lui patiti, il precursore della pittura naïf continuerà ad osservare il mondo con lo stesso sguardo limpido di un bambino. Le sue atmosfere sognanti dentro foreste e paesaggi incantati, i suoi ritratti allegorici e le sue giungle irreali esprimono la semplicità e la purezza del suo animo.
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I suoi singolari giochi di colore e luce in cui fonde soggetti molto diversi tra loro, prendono ispirazione dalle arti grafiche, dalle fotografie, dalle cartoline e dalle riviste del periodo, e creano uno stile inconfondibile dettato dal suo personalissimo modo di guardare il mondo.
Pittore autodidatta estremamente raffinato, Henri Rousseau nasce il 21 maggio del 1844 a Laval, una piccola cittadina francese, da una famiglia molto modesta.
Abbandona presto gli studi a causa dei numerosi insuccessi scolastici e dopo aver svolto diversi lavori, trova un impiego come doganiere a Parigi nel 1871, l’anno dopo il suo matrimonio con Clèmence Boitard dalla quale avrà sette figli.
Questi ultimi moriranno tutti in tenerissima età, ad eccezione di Henri Anatole che si spegnerà a diciotto anni.
Il lavoro che svolge non è impegnativo e prevede lunghe pause. Ciò gli consente di godere di molto tempo libero per potersi dedicare al disegno e alla pittura.
Realizzerà la sua prima opera, “Sera di Carnevale“, nel 1886.
Il dipinto in questione, stroncato dalla critica per l’assenza di prospettiva, le figure appena abbozzate e il paesaggio spoglio, viene definito “ingenuo“. Ma sarà proprio quell’ingenuità a far sì che dalla sua esperienza artistica prenda vita la cosiddetta arte naïf (ingenua), che annovererà Rousseau tra i suoi maggiori esponenti. Con questo quadro straordinario e suggestivo l’artista porrà le basi ad un movimento artistico particolarmente affascinante in grado di evocare l’atmosfera sospesa e sognante dei paesaggi fiabeschi. Trasfonde sulla tela storie e paesaggi esotici sorti dalla sua immaginazione e lo fa in modo ingenuo, da sognatore, con una notevole componente poetica.
Con il passare del tempo, l’artista cercherà di migliorare la sua tecnica, ma non si noteranno molti mutamenti dal suo capolavoro iniziale. Le immagini continueranno ad apparire piatte, la prospettiva resterà quasi inesistente e le proporzioni non saranno rispettate.
In compenso, però, la nitidezza e la brillantezza dei colori non solo riescono a far dimenticare certe “lacune” accademiche, ma susciteranno l’interesse di artisti a lui contemporanei che in quelle opere riusciranno a cogliere un ritorno all’arte cosiddetta primitiva. Non pochi saranno i pittori espressionisti, cubisti e surrealisti in cui si noterà l’influenza di Rousseau.
Nonostante le sue prime opere non siano comprese, il desiderio prepotente di seguire la sua vocazione lo spinge a continuare a dipingere. Gli viene dato poi il permesso di frequentare il Museo del Louvre per esercitarsi nel copiare quadri.
La pittura, diventata la sua droga, lo spinge scelte estreme che si ripercuoteranno sulla sua vita. Affitta un atelier e chiede il pensionamento anticipato per potersi dedicare interamente all’arte.
Già dal 1886 dipinge senza sosta ed espone le sue opere al ‘Salon des Indépendants’, guadagnandosi l’ammirazione di artisti del suo tempo come Paul Gauguin e Georges Seurat.
A quarantanove anni cambia totalmente vita. Ed anche se il denaro ricevuto mensilmente gli consente a mala pena di sopravvivere, l’artista decide di seguire il suo sogno e si arrangia con qualche lavoretto per poter arrotondare la sua magra pensione.
Nel 1891 Henri Rousseau comincia a realizzare il primo di una lunga serie di quadri in cui appaiono giungle lussureggianti e fantasiose con ritratti di animali.
Un particolare interessante è che il pittore rappresenta le creature della giungla quasi come fossero animali domestici e persino il quadro “Leone affamato che azzanna un’antilope“, è privo di quella ferocia che domina la giungla e il mondo intero.
I suoi dipinti vengono continuamente derisi per la loro “incongruenza” e solo pochi artisti riescono a comprendere quegli scenari immaginari nati dalla mente di un uomo rimasto bambino, nonostante i lutti che devastano la sua esistenza.
Si sa che osservare il mondo con sguardo nuovo non viene mai compreso subito ed infatti solo alcuni suoi dipinti verranno acquistati, naturalmente ad un prezzo molto basso.
Ma Rousseau non aspira alla notorietà; vuole solo dipingere. Ed è proprio la pittura a riuscire a rasserenare il suo animo, anche nei momenti più difficili.
Si tuffa dentro il mondo dei sogni, un mondo senza regole e proporzioni. Un mondo in cui la nostra fantasia può scatenarsi.
Un mondo dove una zingara si addormenta sopra una duna, vegliata solo dalla luna e da un mite leone.
Una terra dove una donna si sveglia in una foresta, circondata da animali feroci, ma si sente a suo agio. Così come un’incantatrice di serpenti che suona il flauto al chiaro di luna.
Quello è il mondo sognato da Rousseau, un mondo dove esseri umani e non, convivono armonicamente.
Rimasto vedovo due volte, non riesce più a trovare una donna che lo accompagni serenamente gli ultimi giorni della sua vita e viene sempre umiliato da continui rifiuti.
Eppure non perde la sua aria fanciullesca e si riunisce talvolta con quei pochi amici che hanno compreso la grandezza del suo animo e della sua arte.
Nessuna gloria durante la sua vita, ma grandi affetti e tele su cui esprimere la sua visione del mondo.
Incarcerato più volte a causa di debiti che non può pagare, conclude la sua vita in povertà e si spegne il 2 settembre del 1910.
Le partecipazioni per il suo funerale arrivano in ritardo e la cerimonia di Henri Rousseau si svolge in silenzio. Quell’uomo dal cuore grande e gentile lascia questo mondo senza disturbare nessuno, così come aveva attraversato la vita.
Saranno poi i suoi amici artisti, in modo particolare Pablo Picasso, Paul Gauguin, Guillame Apollinaire e Paul Signac ad impegnarsi nel spiegare l’arte del “Doganiere” ai contemporanei.
Guillame Apollinaire descriverà così una delle sue opere più celebri, Il sogno: «Su un divano 1830 dorme una donna nuda. Tutt’intorno urge una vegetazione tropicale abitata da scimmie e uccelli del paradiso e, mentre passano tranquilli un leone e una leonessa, un negro – figura misteriosa – suona il flauto. Dal dipinto scaturisce bellezza, non c’è dubbio. Credo proprio che quest’anno nessuno oserà ridere».
Il mondo visionario e ingenuo nato dalla fervente fantasia di Henri Russeau pianterà il seme che ispirerà non solo la pittura naïf, ma anche e soprattutto la produzione artistica delle avanguardie.
Oggi considerato un pioniere dell’arte moderna, la sua opera viene scoperta poco prima della morte dall’artista americano Max Weber, che gli propone una mostra personale nella “Grande Mela“. Ma l’artista si spegnerà poco prima di quell’esposizione.
Come quasi sempre accade con qualsiasi artista che infrange le convenzioni, anche l’opera innovativa di Henri Rousseau solo dopo la sua scomparsa diventerà un modello per molti pittori europei che riusciranno a comprenderne quella libertà stilistica che esprime la propria interiorità oltrepassando ogni schema accademico.
Sulla sua tomba è stato scritto: «Noi ti salutiamo amico Rousseau, sappiamo che puoi sentirci. Lascia che i nostri bagagli attraversino i cancelli del Paradiso senza franchigia, noi ti porteremo pennelli e tele, affinché tu possa trascorrere il tuo sacro tempo libero nella luce e nella verità dei Cieli. Come la volta che realizzasti il mio ritratto tra stelle, leoni e zingari».
Di seguito alcune sue citazioni accompagnate dalle immagini delle sue più grandi opere.
Quando vado in campagna e vedo il sole e il verde e la fioritura di ogni cosa, mi dico “Sì, tutto questo appartiene a me!”
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Non posso cambiare il mio stile ora che l’ho acquisito, come si può immaginare, a forza di lavorare.
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Si dice spesso che il mio cuore è troppo aperto per il mio bene.
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Perdona il mio scarabocchio, è tardi e ho una candela consumata.
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L’incantatrice di serpenti è uno dei quadri più belli di questo pittore quasi relegato ancora oggi in secondo piano.Per fortuna grazie a questo blog sto anche ripassando un po’ di arte.L’ultimo dipinto,Il pescatore,non lo conoscevo.Bellissimo.
Ciao Giovanni
Relegato in secondo piano ingiustamente, così come accaduto alla grande pittrice Mary Cassatt. Io amo tutti i suoi dipinti, ma in modo particolare trovo incantevole La zingara addormentata. Quando ho scoperto questo quadro, molti anni fa, sono rimasta incantata per circa mezz’ora ad osservarlo nei minimi particolari. Ha una potente forza rasserenante in me.
Ciao, a presto 🙂
Da tempo volevo anch’io ringraziarvi per il lavoro che svolgete. Una piacevole e interessante lettura quotidiana, Continuate così.
Tornando a Rousseau devo dire che il quadro che m’ispira maggiormente è Sera di carnevale.Infonde una piacevole sensazione di quiete.
A presto.
Grazie a te. Dicono che i blog in Italia non vengono letti da nessuno ed invece i fatti stanno mostrando il contrario; moltissimi iscritti in pochi mesi e qualche timido commento comincia a giungere.
Un vero artista non viene mai compreso nel periodo in cui vive. Eppure Rousseau realizzò dei quadri molto belli.Non ho mai capito perchè la critica debba dettare leggi sul valore di un quadro.La bellezza di un dipinto è soggettiva e se quel dipinto riesce a emozionare una persona si tratta di arte.Ci sono dei quadri che non mi hanno mai dato alcuna emozione, eppure vengono considerati capolavori.L’arte è qualcosa di soggettivo.E delle tecniche o prospettive penso non siano molte le persone ad essere interessate.
[…] artista ancora è un giovane e squattrinato sconosciuto. Lo stesso avviene con il pittore naïf Henri Rousseau di cui riesce immediatamente a comprenderne la grandezza. Tali doti vengono premiate con […]
[…] Un conflitto molto differente da quello ritratto nelle tele del precursore della pittura naif Henri Rousseau, privo di quella ferocia che domina il mondo. Un conflitto in cui il predatore ha già soggiogato […]
[…] grande artista è ricco di suggestioni surrealiste ed espressioniste a cui aggiunge un tocco naïf che rende le sue opere difficilmente assimilabili ad una qualsivoglia corrente pittorica. I suoi […]
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