Citazioni e immagini ( Agosto – Settembre 2024 )

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Immagina di essere nata femmina, tua madre ti ha messo al mondo e, insieme a tuo padre, hanno voluto chiamarti Imane, fede.
Immagina che mentre cresci capisci di avere una passione, la Boxe. Ti alleni, gareggi, vinci, hai un dono.
Sei molto forte ma crescendo noti che il tuo corpo non è come tutte quelle che ti circondano, e capisci che hai qualcosa di diverso. Un livello ormonale di testosterone più alto.
E non lo noti solo tu, ma te lo fanno notare ogni volta che sali sul ring misurandolo.
Immagina di esserti sentita sempre donna, di non aver mai modificato niente nel tuo corpo. Tra l’altro cresciuta in un paese dove la transizione è illegale, ma a te che importa? Sei donna e lo sai.
Immagina di gareggiare più volte, prenderti tutti quei pugni, cadere, rialzarti ed essere squalificata. Più volte, tante volte. Un sorriso, e si va avanti, sperando nella prossima.
Immagina di salire sul ring con una Irlandese, Kelly Herrington (tanto per citarne una) 1-0 per lei, la prima, la seconda, la QUINTA VOLTA. Hai perso ancora, ti sei presa i pugni più forti della tua vita e non sei riuscita a mettere nemmeno una volta k.o. quell’altra donna davanti a te che ti ha massacrato.
Eppure, lei non aveva tutto questo testosterone di cui parlano, nessuno si è chiesto come mai ti abbia battuto.
Immagina di essere squalificata perché quella volta avevi un livello di testosterone più alto rispetto ai criteri richiesti.
Immagina di andare alle olimpiadi, anni di lavoro, di allenamento, di sacrifici, un sogno. Questa volta il livello di testosterone è nella norma, va tutto bene. E immagina poi di essere definita “Uomo algerino” dai giornali italiani. Di ritrovarti oggetto di un’ondata di odio e discriminazione di cui non volevi far parte e di essere chiamata trans, solo perché per qualcuno non sei abbastanza donna.
Dai il primo pugno, circa 30 secondi, ancora non ti sei nemmeno caricata per il round. Vedi la tua avversaria andare all’angolo, piangere, dire che fa male. Sei confusa, certo che fa male, è un pugno, ne hai presi migliaia anche tu.
Il round finisce ancora prima di iniziare, ti dispiace, giorni prima sei stata inondata di polemiche, di dubbi, di ansie. Ti avvicini a lei, per salutare, per dare una mano, quella famosa solidarietà femminile. Ma no, tu non sei donna, non sai cosa sia. Infatti, ti gira le spalle, piange, se ne va e tu rimani lì, non sai che fare. Che colpa hai?
Nessuna. Sei nata donna, con qualche anomalia, ma sei donna. Eppure per i politici italiani non lo sei, uomo algerino, trans.
Non vorrei entrare nel merito, mi dispiace per la Carini. Sicuramente il tormento mediatico ha avuto un grosso impatto. Però, dai, stiamo parlando di olimpiadi di Boxe, in cui ha partecipato una campionessa italiana chiamata Tiger, fiamme oro della Polizia di Stato, mica danza classica.
– Monia Ben R’Houma
( 📸 dal Web )

 

Il lavoro pesante, la cura della casa e dei bambini, le futili beghe coi vicini, il cinema, il calcio, la birra e soprattutto le scommesse, limitavano il loro orizzonte. Tenerli sotto controllo non era difficile. Agenti della Psicopolizia s’infiltravano fra loro, diffondendo false notizie e individuando, per poi eliminarli, quei pochi che davano l’impressione di poter diventare pericolosi. Non si faceva nulla, però, per inculcare loro l’ideologia del Partito. Non era auspicabile che i prolet avessero forti sentimenti politici. Da loro non si richiedeva altro che un po’ di patriottismo primitivo al quale poter fare appello tutte le volte in cui era necessario fargli accettare un prolungamento dell’orario di lavoro o diminuire le razioni di qualcosa. Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo scontento non aveva sbocchi perché, privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi.
Da “1984” di George Orwell.
( Immagine da Pinterest )

 

Se una pianta non può vivere secondo la propria natura, essa muore; e così un uomo. Non è desiderabile coltivare il rispetto per la legge tanto quanto quello per il giusto. Il solo obbligo che ho il diritto di assumermi è di fare sempre ciò che reputo giusto.”
Henry David Thoreau
( 📸 da Pinterest )

 

Il fascismo si cura leggendo, il razzismo si cura viaggiando.”
– Miguel de Unamuno

 

Beato
chi almeno una volta,
almeno chiudendo gli occhi,
ha potuto dimenticarvi tutti,
inutili
come un raffreddore,
e sobri
come l’acqua minerale.
– Vladimir Majakovskij
( 📸 da Pinterest )

 

Hai solo pochi anni con il tuo cane
quindi lascialo salire sul letto, sul divano.
Lascialo venire con te a prendere una boccata d’aria fresca.
Lasciagli prendere il bastone più grande che riesce a trovare.
Lascialo rotolare felice nel fango.
Lascialo nuotare e godersi l’acqua.
Perché il tempo vola davvero e non sarà qui per sempre.
In un batter d’occhio, il tuo tempo sulla terra sarà finito.
Un cane non è solo un animale, è un angelo che è qui di passaggio, per accompagnarti, sempre lì… per te.
A lui non importa il tuo aspetto o quanti soldi hai.
Non ti giudicherà, non parlerà di te alle tue spalle.
Semplicemente ti ama incondizionatamente con tutto il suo cuore, la sua anima, il suo essere e per sempre.
Lui è il migliore amico che tu possa mai avere.
– Mirco Francioso
( 📸 da Pinterest )

 

X Agosto” di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d’un pianto di stelle lo innondi
quest’atomo opaco del Male!
( Immagine dal Web )

 

[… e noi osservatori impotenti dinnanzi a tanta sofferenza e indifferenza. Il grido di Pietro Ingrao è ancora oggi di estrema e dolorosa attualità ]
Guarda:
vedi come ostinate
tornano dal cielo le bombe fiorenti, e furenti
calano sulle strade, spezzano corpi,
ardono case, testarde inseguono
gli stupiti fanciulli,
gridano
cantano l’inno alla morte
senza stancarsi mai…
Chi siete,
perché illuminate le notti,
insanguinate le vie:
perché siete in ansia
perché vi serve la strage degli innocenti
e forse disperate sull’esistere
tornare a cantare la gloria
dell’uccidere di massa,
affidate la pace alla morte… Voi
così senza speranza
se soltanto
l’assassinio di massa può assicurarvi la vita
e solo le maledizioni e le lacrime
possono difendervi.
E non vedete, non sperate
altra salvezza
per l’uomo e per il figlio dell’uomo
che la morte corale.
Voi che venite da un cammino di lagrime
e ora senza lume di tregua
seminate nuovo pianto innocente.
Da lontano
vi scrutiamo impotenti:
e null’altro sappiamo
che invocare da voi l’elemosina della pace.
Noi che veniamo da lotte di secoli
condotte per tutte le terre infinite di questo globo rotondo
in cui dato a noi
fu di vivere,
e sembriamo ora
solo capaci
di educarci all’indifferenza.
O scrutare allibiti.
– Pietro Ingrao
( Immagine da Pinterest )

[Profonda stima ed ammirazione per chi a Ferragosto non farà niente di particolare]
Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
Pier Paolo Pasolini
La mia sensazione più profonda è che il ferragosto sia la festa del Nulla: e a questa convinzione io mi adeguo.
– Giorgio Manganelli

Di solito non vado mai ai ricevimenti. Preferisco stare con mia moglie la sera, o leggermi un libro, o recarmi a teatro. Ma a volte capita che debba andare ai ricevimenti, e allora vedo quei professionisti ricchi, e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perchè si sono accorti di avere avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando arriva l’ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l’ora dei lupi, cioè l’ora antelucana, l’ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c’è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi.”
– Sandro Pertini
( 📸 da Pinterest )
FOTO DI ATTILIO CRISTINI/©1978

 

[ Se andate a parlare con i bambini dell’asilo o della prima elementare, troverete classi piene di appassionati di scienza. Fanno domande profonde. Chiedono: “cos’è un sogno, perché abbiamo le dita dei piedi, perché la luna è rotonda, qual è il compleanno del mondo, perché l’erba è verde?”
Sono domande profonde e importanti. Vengono fuori da sole. Se andate a parlare ai ragazzi dell’ultimo anno delle superiori, non c’è nulla di tutto questo. Non sono più curiosi. Tra l’asilo e l’ultimo anno delle superiori è successo qualcosa di terribile. ]
– Carl Sagan
(📸 Robert Doisneau via Pinterest )

[ Penso che la nostra specie non durerà a lungo.
Non pare avere la stoffa delle tartarughe, che hanno continuato ad esistere simili a se stesse per centinaia di milioni di anni, centinaia di volte di più di quanto siamo esistiti noi. Apparteniamo a un genere di specie a vita breve. I nostri cugini si sono già tutti estinti. E noi facciamo danni.
I cambiamenti climatici e ambientali che abbiamo innescato sono stati brutali e difficilmente ci risparmieranno. Per la Terra sarà un piccolo blip irrilevante, ma non credo che noi li passeremo indenni; tanto più dato che l’opinione pubblica e la politica preferiscono ignorare i pericoli che stiamo correndo e mettere la testa sotto la sabbia. ]
– Carlo Rovelli
( 📸 da Pinterest )

Le persone che non ricevono mai abbracci o che ben pochi ne hanno ricevuti sono inconfondibili, per via di quella corazza che hanno dovuto costruire intorno alla loro anima.
Non venire stretti tra le braccia di qualcuno che amiamo ci proietta in una dimensione di solitudine, dove l’unica soluzione sembra essere quella di rafforzare il nostro carattere oltre i limiti umani per riuscire a farcela anche da soli.
Il primo segnale della vita è l’abbraccio.
Significa protezione, affidarsi ad occhi chiusi, cura e culla che solleva dalla malinconia. Questo è il nutrimento che un figlio dovrebbe ricevere. Dovrebbe, perché, a volte, c’è freddo nell’abbraccio e nessuna melodia nel sorriso dei genitori.
L’amore si trasforma in ostilità o in indifferenza, e quell’abbraccio confortante lo cercherai altrove.
O, addirittura, crederai che non esista.
Crederai di non esistere.
E invece, tu esisti.
– Aldo Carotenuto
( Immagine da Pinterest )

 

 

Un giorno moriremo entrambi,
l’uno lontano dall’altra,
e nessuno si ricorderà più di noi.
Nessuno.
Nessuno si ricorderà
del nostro tempo insieme,
così breve, così eternamente breve,
da sembrare una vita.
Un giorno, non ci saremo più,
e chi si ricorderà di noi?
dei nostri primi giorni,
di te, di com’eri fragile e bianca,
e di me, che non parlarne è meglio?
Nessuno.
Un giorno, questo è certo,
non ci saremo più,
e chi potrà ricordarsi
del nostro piccolo mondo insieme?
così caldo, eppure così freddo,
così leggero, eppure così difficile
da levarsi di dosso?
Nessuno.
Solo io e te, ora, possiamo ricordare,
dopo di noi, nessuno.
E sarà come se non fossimo mai stati.
Pablo Neruda

 

La morte fisica è un fenomeno eterno e dopo tutto eccessivamente banale. Ma c’è un’altra morte, che qualche volta è ancora peggio. Il cedimento della personalità, l’ assuefazione mimetica, la capitolazione all’ambiente, la rinuncia a se stessi… Ma guardati in giro. Ma parla con la gente. Ma non ti accorgi che sono morti almeno il sessanta per cento? E di anno in anno il numero cresce. Spenti, piallati, asserviti. Tutti che desiderano le stesse cose, che fanno gli stessi discorsi, tutti che pensano le stesse identiche cose. Schifosa civiltà di massa.
– Dino Buzzati
( 📸 da Pinterest )

 

Credetemi che non esiste la sofferenza eterna, la pena infinita, il ricordo indelebile…
Tutto si dimentica, anche un grande amore.
Questa è la cosa triste della vita ed è anche la cosa meravigliosa.
Albert Camus
( 📸 da Pinterest )

 

Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo considera libertà.
Da “Il tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler.
( 📸 Pinterest )

 

Opera di forte impatto emotivo, “Il grido di Gaza” dell’artista tunisino Omar Esstar, riflette, attraverso un linguaggio visivo molto potente, il dolore del popolo palestinese. L’artista cattura l’urgenza di un’incisiva operazione umanitaria che riguarda una popolazione martoriata e sotto assedio da troppo tempo. Le tonalità scure e i contrasti marcati enfatizzano l’intensità del dolore, mentre il titolo evoca un richiamo disperato per la giustizia e la libertà. L’opera non è solo una denuncia, ma un grido universale contro l’oppressione, l’ingiustizia e la violenza. Dall’inizio di questo massacro sono stati uccisi più di 40.000 palestinesi, di cui 17.000 bambini, non si contano più i feriti e i mutilati ed il numero delle vittime è purtroppo destinato a crescere. Nessun barlume di speranza, nonostante le proteste sorte in tutte le parti del mondo. Ciò dimostra, semmai fosse ancora necessario farlo, che noi cittadini comuni non abbiamo alcuna voce in capitolo e che dobbiamo assistere impotenti alle decisioni dei “grandi” di questa terra.

 

Voglio chiedere ai passeri
come piangono quando il piombo li colpisce.
Voglio chiedere agli alberi della foresta
come si lamentano quando li abbatte il taglialegna costringendoli a dormire.
Perfino della pietra, quando è frantumata,
voglio conoscere i reali sentimenti.
E le campane… com’è che non versano sangue e pianto?
Voglio chiedere ai vermi della terra
sulle profonde tenebre sinistre… e sul freddo privo di misericordia.
All’asino sulla sua paternità.
E i segnali delle strade che conducono alle lontane città,
voglio conoscere i segreti della loro solitudine serale coperta di ruggine,
d’umidità, e dei fremiti del quieto metallo.
Voglio intrufolarmi nel cuore di tutto ciò che si muove
e gridare a suo nome.
Ogni animale è condotto al macello dal suo padrone… eppur continua a
pascolare.
Ogni corpo inanimato è disperato. Ogni insetto.
Ogni piccola mandorla che cade quando non vorrebbe
voglio che abbia la sua giusta parte nel mio cuore in cui ritrovarsi.
… Quanto all’uomo
quanto all’uomo…
la grande creatura che parla d’amore, che conosce la coniugazione dei verbi,
la guida delle locomotive
e la meditazione
e la bianca menzogna e la menzogna nera
e la scelta delle scarpe adatte
e le maniglie delle porte
e i quaderni
e il grado di concentrazione degli acidi chimici velenosi…
L’uomo…
l’uomo che sorride e manifesta i propri sentimenti,
che canta comunque vada.
L’uomo che produce morte copiosa,
e le feste che a malapena dan sollievo alla mano solinga!!
Con tutto ciò, non voglio chiedergli
se sono le fruste che si abbattono sul suo corpo
a costringerlo, forse, talvolta, a gridare a gola spiegata
“Ah… madre mia…
Damasco 1975
Nazìh Abu ‘Afash

 

Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il voto a un uomo politico corrotto, ignorante e stupido, solo perché una volta al potere ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione a un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro. Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua.
– Giuseppe Fava
Il 15 settembre del 1925 nasceva il giornalista, scrittore e drammaturgo italiano Giuseppe Fava. Noto per il suo coraggioso impegno contro la mafia, si distinse per il suo giornalismo d’inchiesta finalizzato a smascherare le connessioni tra mafia, politica e affari. Fondatore della rivista “I Siciliani”, attraverso cui denunciava la corruzione e la violenza mafiosa, Fava rappresenta un simbolo di libertà di espressione e di integrità professionale. La sua lotta per la verità gli costò la vita: fu assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984 a Catania.
( 📸 da Pinterest )

 

“La stupidità è il motore del mondo. I politici, gli uomini di marketing, i religiosi, i personaggi dello spettacolo, campano tutti, chi più chi meno, sulla stupidità umana.”
– Luciano De Crescenzo
( 📸 da Pinterest )

 

Esiste una parola in lingua tedesca che è semanticamente intraducibile in italiano: Zweisamkeit. È quello stato paradisiaco in cui due anime si ritrovano, formando un alone di solitudine fra loro, isolandosi dal mondo e bastando a se stesse.
Quel palpito io lo provai.
– Vincenzo Fiore
( 📸 da Pinterest )

 

È con vivacità e leggerezza che le foglie marciano
verso l’ultimo luogo in cui riposeranno.
Non portano alcun lutto ma scorrazzano allegramente
sopra la terra per trovarsi un posto.
Ci insegnano a morire.
Viene da chiedersi se verrà mai l’epoca in cui gli uomini,
con la loro millantata fede nell’immortalità,
si metteranno a giacere con tanta grazia.
Henry David Thoreau
( 📸 da Pinterest )

 

Lo spreco della vita si trova:
nell’amore che non si è saputo dare,
nel potere che non si è saputo utilizzare,
nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che,
evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.
Oscar Wilde
( Immagine da Pinterest )

 

I cuori non sono tutti uguali. Si modellano, si sagomano, sulle esperienze. Come un tronco che cresce storto adattandosi a quello che c’ha intorno. E tutto quello che ha dato forma al tuo…gli insegnamenti, le cose trasmesse, quelle che ti hanno fatto piangere, quelle che ti hanno fatto ridere, il sangue che ti ribolliva dentro e quello che ti hanno fatto sputare fuori.
Ogni cosa.
– ZeroCalcare
( 📸 da Pinterest )

 

«Ogni volta che arrivi a un bivio il tuo corpo cede, perché il tuo corpo ha sempre saputo quello che la tua mente non sa, e benché adesso scelga di cedere, sia per mononucleosi o per gastrite o per attacchi di panico, il tuo corpo ha sempre sostenuto in gran parte il peso delle tue paure e delle tue battaglie interiori, incassando i colpi a cui la tua mente non vuole o non può reggere».
– Paul Auster, “Diario d’inverno”

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