Henry David Thoreau rappresenta una delle voci più significative e originali di tutto il pensiero americano.
Personalità di spicco del movimento trascendentalista, corrente letteraria e filosofica formatasi negli Stati Uniti nei primi decenni dell’Ottocento e riconducibile per alcuni aspetti al Romanticismo, sebbene i suoi massimi rappresentanti, Ralph Waldo Emerson e Nathaliel Hawthorne, abbiano sempre rimarcato l’originalità del movimento americano rispetto a quello europeo, la sua insofferenza alla massificazione e allo sfrenato consumismo anticipa di molti anni la nascita della “Beat Generation” e ispira il pensiero di Tolstoj, di Gandhi e di Martin Luther King. Realizza il suo prepotente desiderio di vivere in armonia con la natura costruendo da sé un’umile capanna sulla proprietà di Ralph Waldo Emerson, vicino la riva del lago Walden nel Massachusetts. Stabilitosi in quella dimora per ben due anni, decide di ritornare al cosiddetto mondo civilizzato unicamente perché, appagato da tale straordinaria esperienza, riceve da essa un insegnamento determinante per le sue scelte di vita successive. Comprende infatti di avere diverse altre esistenze da vivere e non deve lasciarsele sfuggire. Il suo sogno si era già realizzato e quell’esperimento gli aveva insegnato che, se una persona si muove con fiducia in direzione dei suoi sogni e si sforza di vivere quella vita che ha sempre immaginato, giungerà alla piena realizzazione di sé.
Interessato, così come Emerson, “all’uomo, e non agli uomini“, la sua opera letteraria, saggistica e filosofica è strettamente connessa alla sua breve ma intensa esistenza ispirata alla fondamentale importanza dell’indipendenza personale che lo spinge ad incoraggiare ogni uomo a vivere esprimendo le proprie potenzialità, senza lasciarsi condizionare dalla società e da quei modelli volti ad annientare il pensiero creativo.
Nato il 12 luglio del 1817 a Concord, nello stato del Massachusetts da una modesta famiglia di origini franco-scozzesi, riesce, nonostante le ristrettezze economiche, a laurearsi nella prestigiosa Università di Harvard.
La sua insofferenza verso ogni forma di disciplina e convenzione sociale prende vita proprio durante gli anni universitari e lo accompagnerà per tutta la vita.
Una vita caratterizzata da lunghe passeggiate nei boschi, insieme all’amato fratello John, che accrescerà il suo amore per le piante e gli animali.
Appassionato lettore degli scrittori romantici europei e della poesia metafisica inglese, dopo la laurea si dedica per un po’ di anni all’insegnamento.
Di grande importanza l’amicizia con Emerson nella formazione culturale dello scrittore, conosciuto da Thoreau nel 1837.
A Concord aiuta il padre, che aveva realizzato una piccola fabbrica di matite, senza però abbandonare la sua vocazione letteraria che sfocia in saggi, poesie e collaborazioni con diverse riviste.
Nel 1842 viene a mancare l’amato fratello, una perdita che Thoreau cerca di superare tuffandosi a capofitto nella stesura di un diario che la aiuta a mantenere vivo il ricordo di John.
Dopo appena tre anni da tale lutto, opera la scelta di trasferirsi in quella capanna sul Walter Pond, a pochi chilometri da Concord, per vivere l’esperienza di eremitaggio per ben due anni, interrotta solamente da una notte dentro una cella carceraria per aver rifiutato di pagare una tassa imposta dal governo il cui obiettivo era quello di finanziare una guerra schiavista nei confronti del Messico, contro cui lo scrittore si scaglia con decisione ritenendola contraria ai principi della costituzione americana. Nonostante la resistenza di Thoreau, una zia paga la tassa richiesta che consente allo scrittore di tornare nella sua capanna.
Così parlerà di quell’esperienza nel suo saggio “Disobbedienza civile“, scritto nel 1849.
«Per sei anni non ho pagato la ‘‘poll-tax’’. Una volta per questo fui imprigionato, per una notte; e, mentre stavo lì ad esaminare i muri di pietra massiccia, spessi due o tre piedi, la porta di legno e ferro spessa un piede e le grate di ferro dalle quali filtrava la luce, non potevo fare a meno di rimanere colpito dall’assurdità di quell’istituzione che mi trattava come fossi semplice carne e sangue e ossa, da mettere sotto chiave. Mi stupivo che esso avesse concluso alla fine che quello fosse il migliore uso che poteva fare di me, e che non avesse mai pensato di avvalersi in qualche maniera dei miei servigi. Compresi che, se c’era un muro di pietra fra me e i miei concittadini, ce n’era uno ancora più difficile da scalare o rompere prima che essi potessero arrivare ad essere liberi come lo ero io. Non mi sentii segregato neppure per un attimo, e quel muro mi apparve solo un grosso spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se io solo, tra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. Chiaramente essi non sapevano come trattarmi, ma si comportavano come persone rozze. In ogni minaccia e in ogni lusinga vi era grossolanità, poiché essi erano convinti che il mio più grande desiderio fosse quello di trovarmi dall’altra parte di quel muro di pietra. Non potevo evitare di sorridere nel vedere con quanta industriosità chiudessero la porta in faccia alle mie riflessioni, che li seguivano fuori senza alcun impedimento peraltro, e che costituivano l’unico vero pericolo. Poiché non potevano raggiungere me, avevano deciso di punire il mio corpo; si comportavano come certi bambini che, quando non possono arrivare a qualcuno per il quale nutrono risentimento, finiscono per maltrattarne il cane. Capii anche che lo Stato era un idiota, un timorato al pari di una donnina nubile in mezzo all’argenteria, incapace di distinguere i suoi amici dai suoi nemici, e così finii col perdere del tutto il rispetto che m’era rimasto nei suoi confronti, e lo compatii. Lo Stato, dunque, non si misura mai direttamente con la sensibilità d’un uomo, intellettuale o morale, ma solo con il suo corpo, con i suoi sensi. Esso non è dotato d’intelligenza o onestà superiore, ma solo di superiore forza fisica.»
Ma il suo capolavoro assoluto, considerato un classico della letteratura americana è “Walden; La vita nei boschi“, pubblicato nel 1854, che racchiude l’esperienza vissuta nella capanna vicino il lago Walden.
Il libro contiene semplici osservazioni della natura scritte con uno stile scorrevole e ben comprensibile a tutti. La ricostruzione della sua esperienza solitaria a contatto con la natura lo rende consapevole dei diritti degli animali, gli unici esseri viventi, secondo il suo punto di vista, ad avere pieno possesso dei boschi e la sua critica è particolarmente accesa nei confronti del cosiddetto progresso che distrugge l’habitat degli stessi e li considera puri oggetti per appropriarsi delle loro pellicce.
Precursore delle lotte ambientaliste e della ricerca dell’intima essenza dell’uomo, da raggiungersi solo attraverso un vero contatto con la natura, ancora oggi il suo messaggio è da considerarsi particolarmente attuale, vista la cementificazione selvaggia che sta opprimendo la vita di tutti gli esseri viventi, umani compresi.
Diffidente della natura egoistica umana, si prodiga tuttavia ad aiutare gli schiavi fuggitivi e a criticare apertamente la schiavitù e la società del suo tempo considerando la coscienza individuale, e non la legge, il suo giudice morale.
E quella capanna, in cui trascorre gli anni più intensi della sua vita, assurge a simbolo di liberazione e ricostruzione di ogni individuo che avverte con forza il disagio di vivere in una società poco interessata e impaurita dal prevalere dell’individualità umana.
Si spegne il 6 maggio del 1862, a soli quarantacinque anni, dopo atroci sofferenze dovute alla tubercolosi contratta. Quando comprese che il momento della sua fine era imminente, pronunciò delle parole confortanti per i suoi cari: «È meglio che le cose finiscano… Sì, questo è un bel mondo, ma fra poco ne vedrò uno ancor più bello.» E a chi gli domandò se la sua anima fosse in pace con Dio, diede una risposta molto significativa che riesce a farci comprendere il suo rapporto con la religione: «Non mi sembra di averci mai litigato.»
Non litigò infatti mai con Dio, ma la sua religiosità non si espresse attraverso riti e preghiere; la sua armonia con l’infinito si racchiuse nella sua relazione con la meraviglia del creato ed una vita vissuta profondamente allontanando da sé tutto ciò che di materiale esiste.
A questo indimenticabile autore, vero cantore del trascendentalismo, poco incline alle semplici speculazioni astratte, ma interessato principalmente a concretizzarle nella sua vita, la capanna dedica una raccolta delle sue poesie e citazioni che ci rendono più consapevoli del suo pensiero. Da non dimenticare che il suo capolavoro Walden è stato citato nel film “L’attimo fuggente” interpretato da Robin Williams e nella pellicola “Into the Wild – Nelle terre selvagge” di Sean Penn.
Il soldato che si rifiuta di servire in una guerra ingiusta è applaudito da coloro che non si rifiutano di appoggiare il governo ingiusto che conduce quella stessa guerra.
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La maggioranza dell’umanità vive un’esistenza di tranquilla disperazione.
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Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici […]
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La ricchezza superflua può comperare solo cose superflue, ma per comprare ciò che è necessario all’anima non occorre danaro.
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[…] un uomo è ricco in proporzione al numero di cose delle quali può fare a meno.
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Per mancanza di intraprendenza e fede gli uomini sono ciò che sono, impegnati a comprare e vendere, e passando la vita come servi.
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Un uomo saggio non lascia il giusto alla mercé del caso né desidera che esso si affermi attraverso il potere della maggioranza.
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La prigione è l’unico posto che si convenga a un cittadino onesto in uno stato in cui è legalizzata e tutelata la schiavitù.
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L’opinione pubblica è una tiranno assai debole, paragonata alla nostra opinione personale. Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l’opinione che egli ha di se stesso.
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Non c’è odore più cattivo di quello emanato dalla bontà corrotta: è l’umana e divina carogna che lo produce. Se sapessi con sicurezza che un uomo sta venendo da me per farmi del bene, correrei a mettermi in salvo […]
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Ogni generazione ride delle mode vecchie, ma segue religiosamente quelle nuove.
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Per quanti uomini la lettura d’un libro è stata l’inizio d’una nuova era nella loro vita!
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Datemi la verità, invece che amore, danaro o fama. Sedetti a una tavola imbandita di cibo ricco, vino abbondante e servi ossequiosi, ma alla quale mancavano la sincerità e la verità; partii affamato da quel desco inospitale. L’ospitalità era fredda come i gelati.
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Per la maggior parte, noi siamo più soli quando usciamo tra gli uomini che quando restiamo in camera nostra. Un uomo che pensi o lavori è sempre solo – lasciatelo stare dove vuole. La solitudine non è misurata dalle miglia di distanza che si frappongono fra un uomo e il suo prossimo.
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La bontà è l’unico investimento che non fallisce mai.
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Per la mia esperienza io non ho alcun dubbio che fa parte del progresso umano arrivare a smettere di nutrirsi di carne, così come molte tribù di selvaggi hanno smesso il cannibalismo quando sono venuti a contatto di popoli più civili.
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Il vero raccolto della mia vita quotidiana è qualcosa di altrettanto intangibile e indescrivibile dei colori del mattino e della sera. È un po’ di polvere di stelle afferrata – un segmento di arcobaleno che abbiamo preso con una mano.
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L’uomo che viaggia solo può partire oggi; ma chi viaggia in compagnia deve aspettare che l’altro sia pronto.
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Leggi per primi i libri migliori: potresti non avere l’occasione di leggerli tutti.
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Non ho alcun rispetto, né per le fatiche, né per il podere di colui che porterebbe al mercato persino il paesaggio e il suo Dio, potesse ricavarne qualcosa; che va al mercato per il suo dio, il guadagno, e sul cui podere non c’è nulla che cresca liberamente; i cui campi non danno messe, i cui prati non danno fiore, i cui alberi non producono frutti ma dollari; colui che non ama la bellezza dei suoi frutti i quali, per lui, sono maturi solamente quando trasformati in denaro.
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[…] vuota; era come se mi fossi lasciato dietro un allegro guardiano. Eravamo io e il Fuoco.– Henry David Thoreau(Ph […]
[…] che ho il diritto di assumermi è di fare sempre ciò che reputo giusto.”– Henry David Thoreau( 📸 da Pinterest […]