La pericolosa dittatura del pensiero positivo

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Le persone non si accorgono dei tuoi sorrisi falsi, perché sono troppo impegnate a nascondere i loro.” (Autore sconosciuto)

La pericolosa dittatura dell'ottimismo forzato
Sorriso e ottimismo sembrano essere diventati i mantra assillanti della società contemporanea, eppure forse sono solo in pochi a sapere che questa cosiddetta anfetamina del pensiero positivo a tutti i costi è esplosa da molti anni, ancor prima della bolla immobiliare americana.
Lo evidenzia la sociologia e opinionista del New York Times, Barbara Ehrenreich nel suo ultimo libro “Sorridi o muori: come il pensiero positivo si è preso gioco dell’America e del mondo.” E aggiungerei io che è riuscito pure ad istupidire ulteriormente la maggioranza delle persone.
Nel suo libro, ancora non pubblicato in Italia, si coglie un’interessante riflessione su quella che potrebbe essere indubbiamente definita una vera e propria tirannia imposta all’uomo di oggi.

La dittatura dell'ottimismo e del pensiero positivo

Barbara Ehrenreich

Basta guardarsi intorno per notare il percorso da noi intrapreso; è tutto un proliferare di libri stupidi e banali sul “segreto della felicità” e sul proiettare un’immagine di sé ottimista e vincente. Dilagano a macchia d’olio citazioni sul potere benefico di quello che dovrebbe essere considerato un atto spontaneo e s’invita la gente a pensare sempre positivo per numerosi motivi che riescono in modo astuto a colpire l’attenzione degli ingenui o degli insicuri. Sorridi per suscitare l’invidia altrui, pensa positivo per sconfiggere tutte le avversità della vita e raggiungere il successo.
Da qualche anno a questa parte ho notato un aumento di sorrisi talmente fasulli da suscitare ilarità e la maggioranza delle persone che incontro quotidianamente indossa quella maschera di invulnerabilità come se volesse comunicare la propria potenza con quell’atteggiamento di ottimismo che si avvale della “certezza” di poter distruggere ogni negatività.
E se si legge nel viso di qualcuno uno sguardo neutrale o peggio ancora triste, quel povero disgraziato viene subito etichettato come potenziale perdente (sfigato). Secondo certe teorie molto in voga negli ambienti new age o pseudo buddhisti dovremmo tutti affrontare ogni giornata con un sorriso stampato sulle labbra per avere successo.
Molto pericoloso credere a queste affermazioni! E lo conferma la scrittrice del libro in questione.

La dittatura pericolosa del sorriso forzato e dell'ottimismo

Il potere del pensiero positivo?

Circa quindici anni fa le era stato diagnosticato un tumore al seno e si trovò ad affrontare per la prima volta quelle nuove teorie finalizzate ad illudere crudelmente le persone spronandole a credere nell’influenza del pensiero positivo per sconfiggere le malattie. In quel preciso istante, ignorando certe “terapie” del pensiero positivo, cominciò a dedicarsi allo studio di quella filosofia ipocrita, ormai incancrenitasi in tutto il mondo, che mira a convincere la gente a reprimere ogni pensiero negativo per evitare di ammalarsi. E se ti ammali non è altro che una manifestazione del tuo fisico che piange, quindi, pensandoci bene, è colpa tua perché non hai intrapreso quel percorso di pensiero positivo suggerito dai vari guru o psicologi positivi di tutto il mondo.
Una teoria molto pericolosa e che è costata anche il licenziamento di molti impiegati “colpevoli” di aver evidenziato il loro pessimismo riguardo la salute economica dell’azienda in cui lavoravano. Uno dei casi più eclatanti è stato quello di Armando Falcon, un funzionario del governo americano che si azzardò, nel 2002, ad informare la Casa Bianca delle pericolose conseguenze dei mutui elargiti in modo spregiudicato. Non solo le sue considerazioni furono rigettate, ma il funzionario in questione, considerato un elemento negativo per il benessere del team di cui faceva parte, venne  sostituito da uno di quegli ottimisti simile ai personaggi del capolavoro di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, che sprizzava energia positiva da tutti i pori.

La pericolosa dittatura del pensiero positivo

Leonardo Di Caprio è il protagonista principale del film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street”

E proprio da certi personaggi poco rassicuranti, quei superuomini megalomani e narcisisti che affrontano le avversità con un sorriso si è sviluppata una vera e propria letteratura sul segreto della felicità e il conseguente raggiungimento del successo. E non pochi sono stati i guru che si sono arricchiti approfittando del candore di molte persone. Uno di questi guru, la signora Joyce Mayer, che in televisione non cessa mai di affermare che “Dio ti vuole ricco“, in effetti ha accontentato il suo dio. Ma dei milioni di libri da lei venduti, apprezzati soprattutto dai cristiani evangelisti, non sembra proprio che ne abbiano tratto guadagno i suoi numerosi fans. In compenso lei è diventata miliardaria e viaggia su un jet personale dal valore di dieci milioni di dollari.

La dittatura del pensiero positivo

Sorridi o muori è diventato dunque il nuovo mantra della società contemporanea. Ma la scrittrice Barbara Ehrenreich non usa mezzi termini nel condannare questa nuova dittatura dagli effetti devastanti. Nessuno si deve permettere di dirci come dobbiamo pensare o sentire. I sentimenti che proviamo non possono essere annientati indossando la maschera del falso sorriso. Risulta ovvio anche a chi non ha studiato medicina che le difese immunitarie si abbassano a causa di dispiaceri o dolori profondi, ma questo non si traduce nel trasmettere false speranze in chi è afflitto da una grave malattia fornendogli informazioni errate sul suo possibile evolversi. Mantenere un atteggiamento positivo ti aiuterà a sconfiggere il cancro. Ma stiamo veramente scherzando? Mettetevi nei panni di una persona che lotta quotidianamente contro una così devastante malattia. Sappiamo bene che può sopravvivere, ma sappiamo anche che da tale lotta, per quanto possa essere condotta in modo implacabile, può non farcela. E allora quell’essere umano, già colpito da una terribile patologia, si sente doppiamente sconfitto da quel fallimento attribuibile anche a se stesso.
Folle e crudele divulgare teorie del genere.
La pericolosa dittatura dell'ottimismo forzato

E in questa inarrestabile diffusione di manualetti di psicologia positiva, di immagini pubblicitarie di personaggi vincenti che saltellano sorridenti perché hanno raggiunto il successo grazie al loro pensiero positivo o banali citazioni sui benefici del sorriso, ben venga una voce controcorrente, insieme a quella di due neuroscienziati americani, Richard Davidson e Paul Eckman che da anni studiano gli effetti deleteri di quell’atto ipocrita imposto dalla società e dei suoi danni sulla nostra psiche.
Circondati da falsi sorrisi, da emoticons sorridenti su chat, social networks e compagnia bella, finalmente tutti coloro che non si lasciano condizionare dal diktat di una società che vuole pure inculcarti come interagire con il mondo, possono tirare un sospiro di sollievo. Il sorriso o qualunque altro atteggiamento positivo forzato causa un enorme stress al tuo fisico. È un impegno che richiede lo sforzo di ben cento muscoli facciali.

La pericolosa dittatura dell'ottimismo forzatoIl sorriso, quello che una volta era considerato un diritto, è diventato un obbligo. Ricordo ancora alcuni cartelli affissi davanti a negozi in cerca di personale a New York. La richiesta che predominava era quella di una persona con una “smiling face” (viso sorridente).
Domandatevi che significato ha assumere una persona sorridente. Il sorriso non dovrebbe essere un gesto naturale?
Migliora le condizioni di lavoro e vedrai come la gente sorriderà spontaneamente.
Ma è forse poi il sorriso ad indurti a comprare qualcosa?
Ho appena comprato un prodotto che mi serviva. Ho apprezzato i consigli delle commesse, per nulla sorridenti, ma gentili e professionali. Che m’importa di ricevere un sorriso fasullo quando devo acquistare qualcosa? Può allontanare un cliente la maleducazione o il notare quanto sia sfruttato o maltrattato il personale assunto. Mi capita infatti di allontanarmi in fretta da un posto dove noto sorrisi fasulli e personale costretto a camminare su tacchi a spillo scomodissimi.
Perché il sorriso forzato dev’essere un obbligo? Perché la società contemporanea vuole che mostriamo sempre i denti?
Vogliono forse narcotizzare l’infelicità lanciando un messaggio, nemmeno poi così subliminale, che se non sorridi il problema è tuo perché significa che non hai seguito i consigli del pensiero positivo?
Sorridono tutti. Sorride il primo ministro di turno, anche se la disoccupazione aumenta . Sorride anche l’operatore del call center che vuole convincerti ad acquistare il nuovissimo pacchetto conveniente di una delle tante società telefoniche. E ti domandi cosa abbia da sorridere quando il 99% della gente chiude la chiamata appena l’operatore si presenta?

La pericolosa dittatura dell'ottimismo forzato
La società di oggi vuole che sorridiamo e ci invita a guardare la vita con ottimismo.
E bisogna farlo sempre.
Sorridi sempre/ anche se non ne hai voglia/così gli altri ti sorrideranno/sembra essere diventato lo slogan straziante degli ultimi anni.

La pericolosa dittatura del pensiero positivo

Non sto bene, ma sorrido ugualmente.”

Proietta sempre un’immagine positiva di te era una delle frasi cardine del film cult American Beauty dove quasi tutti sorridevano senza averne alcun motivo. Ma pochi hanno compreso quel film concentrandosi solo su quell’uomo di mezza età che perde la testa per una ragazzina.
Qualcuno vi ha spiegato forse il nesso tra sorriso, pensieri positivi e felicità?
Nessuno ovviamente.
Perché non vi è alcun legame tra un processo di armonia con il mondo da costruire giorno dopo giorno e un gesto che dovrebbe nascere spontaneamente.
Se pensi in negativo, sarai colpito da eventi negativi. Se pensi positivo, la tua vita andrà a gonfie vele. Abbiamo sentito così tante volte queste stupidaggini da non farci più nemmeno caso.
Vivere significa anche infelicità. E l’infelicità, la malattia o un momento di sconforto non vengono sconfitti con un sorriso o sforzandoci di mantenere atteggiamenti positivi senza lasciar sfogare quei sentimenti che irrimediabilmente appariranno, grazie ad un implacabile inconscio che presenta sempre il conto.
E allora rilassiamoci e manteniamo l’espressione che i nostri sentimenti ci suggeriscono evitando accuratamente frasi da cioccolatini che imperversano ovunque.
Sorridiamo quando sentiamo di farlo e non per accontentare una società sempre più triste e fasulla. Sforzarsi di apparire sempre allegri non è altro che la simulazione di un benessere inesistente.
E non preoccupiamoci se gli altri si domandano cosa stia accadendo se non sorridiamo e comunichiamo pensieri positivi.
Di persone che sorridono realmente ve ne sono molto poche.
Ancora meno che guardano al futuro con ottimismo, a meno che siano deficienti o ricchi sfondati o egoisti al massimo e non si preoccupano nemmeno del mondo che lasceranno ai loro figli.
Giungere alla consapevolezza che il sorriso è diventato un obbligo della società ci aiuterà a liberarci da questa ulteriore prigionia.

La dittatura del pensiero positivo

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3 commenti

  • […] cui appare obbligatorio mostrare di essere una persona positiva, in cui si deve sempre esibire un sorriso anche fasullo per poter essere considerati persone vincenti, ammettere di essere invidiosi si […]

  • […] Se gli scienziati e gli studiosi lo fanno notare, solo in pochi si fermano a riflettere. E se i cambiamenti climatici, presagiti moltissimi anni fa, sono diventati una realtà, ci siamo semplicemente abituati. La nostra vita non corre pericoli imminenti e saranno gli scienziati a cercare di risolvere il problema. Quest’ultimo è il ragionamento più diffuso, naturalmente nemmeno espresso con una frase di senso compiuto. Vi sono anche coloro che continuano a negare tale evidenza e accusano di disfattismo chi si azzarda a parlarne. Tutto va bene, tutto è bello. Il pensiero positivo è la moda del momento. […]

  • […] i suoi pensieri possono essere ritenuti tristi o negativi in una società dominata dal cosiddetto pensiero positivo, nuovo business del momento che sforna migliaia di libri l’anno finalizzati a dar consigli […]

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