
“Le cose cominceranno a migliorare quando ogni essere umano sarà persuaso dall’idea che questo pianeta non appartiene alla specie umana.
È la specie umana, assieme alle altre, alle piante, alle rocce, ai fiumi, e via discorrendo, ad appartenere a questo pianeta. E quando qualcosa crea disordine, il pianeta risponde per livellare, per riportare all’armonia, perché il pianeta Terra vuole sopravvivere, con o senza di noi.“
– Fabio Privitera
(📸Pinterest)

[Sull’idea della morte]
“Con quella degli altri ho un rapporto da analfabeta. Non sono capace di elaborare la perdita. Per me è sempre il giorno uno della loro assenza. Non ho dato loro il permesso di congedarsi e il mio modo di contrastare questo accadimento è quello di scrivere. Il potere della scrittura è questo: togliere alla morte il diritto ad avere l’ultima parola.”
– Erri De Luca
“Benché sappiamo che dopo una […] perdita cesserà lo stato acuto del lutto, sappiamo anche che resteremo inconsolabili e che non potremo trovare un sostituto. Qualsiasi cosa possa colmare il vuoto, ammesso che possa essere del tutto colmato, resterà comunque qualcosa di diverso. Ed è ciò che deve effettivamente accadere. È il solo modo per perpetuare quell’amore a cui non vogliamo rinunziare”.
– Sigmund Freud
(📸 “Angelo del dolore“, monumento funebre di William Wetmore Story presso il Cimitero Acattolico di Roma – Foto dal Web )

“Compito dell’artista non è di soccombere alla disperazione, ma di trovare un antidoto per la futilità dell’esistenza.”
Da “Midnight in Paris” di Woody Allen.
(📷 Web)

“Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto. E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse.”
– Ernest Hemingway
(📸 Web )

“Questo mondo così com’è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell’immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo.“
– Albert Camus
(🎨William Turner )

“Ad ogni angolo di strada il sentimento dell’assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia.“
– Albert Camus
📷 Pinterest

La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente. Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturati per vivere e basta. Cosa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita. Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado di percepire altro. C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”: sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri.
– Giovanni Cianti
(Immagine da Pinterest)

Un bambino risponde “grazie” perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui, ricorda che la sua implicita richiesta è “aiutami a fare da solo”.
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele, purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la lettura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
“Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così” è una frase da non dire mai.
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande, ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un “questo non lo so” se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata, il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.
– Giorgio Gaber
(📸 Dal Web)

Eppure, se avessi potuto ricominciare da capo, ero sicuro che avrei rifatto le stesse identiche cose.
Perché quello ero io: quella vita in cui continuavo a perdere tutto.
Non avrei potuto fare altro che diventare me stesso, nient’altro che me stesso, con tutte le persone che mi avrebbero lasciato, o che io avrei lasciato, con tutti i bei sentimenti e le magnifiche qualità e i sogni che sarebbero andati distrutti, o perlomeno che avrei dovuto ridimensionare.
Un tempo, quando ero più giovane, mi ero illuso di poter diventare qualcos’altro.
Però finivo sempre per tornare allo stesso posto, come una barca dal timone bloccato.
Quello ero io.
Non potevo andare da nessun’altra parte.
Ero lì, e aspettavo di tornare.
– Haruki Murakami
(📸 fineartamerica.com )

E proprio quando pensi di sapere tutto, arriva la vita e ti dice: “Ecco, lascia che ti mostri un universo più grande!”
– Alan Cohen
(Illustrazione di Pascal Campion)

Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura.
Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere.
Sono educato.
Faccio segno di si.
Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l’anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali. Non importa, il mio cervello si chiude.
Ascolto.
Rispondo.
E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono.
– Charles Bukowski
(📸 Web)

‘Dicono che gli amici si vedono nelle difficoltà, quando ne hai bisogno e l’amicizia si giudica sul metro della borsa. Dicono che un amico che è un amico lo vedi in un frangente, quando l’amico ha tutto da rimetterci e niente da guadagnarci a restarti amico. Sarà. Ma io penso che l’amico ci trova il tornaconto ad aiutare l’amico nel bisogno; non foss’altro per il sentimento di essere dappiù di lui. Io dico invece che gli amici li vedi nella fortuna, quando le cose ti vanno bene, e l’amico rimane indietro e tu vai avanti e ogni passo avanti che fai è per l’amico come un rimprovero o addirittura un insulto. Allora lo vedi, l’amico. Se ti è veramente amico, lui si rallegra della tua fortuna, senza riserve, come tua madre, come tua moglie. Ma se non ti è veramente amico, il tarlo dell’invidia gli entra nel cuore e glielo rode in modo che presto o tardi non resiste più e te lo lascia vedere.‘
– Alberto Moravia
(📸 Ida Buchardi, lemanagement.dk )

È tipico della vanità e dell’impertinenza dell’uomo definire stupidi gli animali perché così appaiono ai suoi sensi ottusi.
– Mark Twain
(📸 Web)
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