Mark Twain, l’implacabile osservatore della “damned human race”

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«Io non ho pregiudizi di razza, di casta o di religione. Tutto quel che m’importa sapere di un uomo è che sia un essere umano: questo mi basta… non potrebbe essere niente di peggio».

Mark Twain, biografia e citazioni
In questo agghiacciante pensiero si può cogliere la visione pessimista sulla natura umana di uno dei giganti della letteratura americana, noto con lo pseudonimo di Mark Twain, ricavato da un’espressione gergale usata nella marineria fluviale statunitense dai battellieri che scandagliavano le acque per segnalarne ad alta voce la profondità ed agevolare così le manovre: ′by the mark, twain ′ che si traduce dal segno, due (sottinteso tese). Un avvertimento volto a comunicare una profondità che non costituisce alcun pericolo e che corrisponde a circa 3,7 metri.
Antischiavista, antirazzista, antivivisezionista, antimperialista, filantropo e misantropo, Samuel Langhorne Clemens, questo il suo vero nome, nasce il 30 novembre del 1835 nel piccolo paesino Florida, situato nel Missouri.
Cresce ad Hannibal, una città portuale che si affaccia sul Mississippi e che costituirà fonte d’ispirazione per lo sfondo paesaggistico dei suoi più noti romanzi.
La sua infanzia, segnata da numerosi lutti, trascorre in uno stato schiavista e le ingiustizie comminate a danno degli afroamericani costituiranno un tema ricorrente nella sua produzione letteraria.
Ragazzino ribelle, comincia a fumare già a nove anni e mostra una notevole avversione per la scuola, che sarà poi costretto ad abbandonare a causa della morte del padre. La situazione di povertà in cui sprofonda la sua famiglia vede infatti un suo precoce approccio al mondo del lavoro a soli dodici anni come apprendista presso una stamperia.
Imparato il mestiere di tipografo, comincia a collaborare ad una rivista umoristica fondata dal fratello Orion. Ma a diciannove anni lascia Hannibal e si reca a lavorare come tipografo a New York, Philadelphia, St Louis e Cincinnati, apprendendo così le regole del mercato editoriale.

Mark Twain, biografia e citazioni
Dopo un viaggio lungo il Mississippi, affascinato da tale esperienza, realizza il sogno coltivato durante la sua infanzia e, ottenuto il brevetto di pilota per i battelli a vapore, svolge con entusiasmo questo lavoro navigando da 1857 al 1861. Convince anche il fratello minore a seguirlo in quell’esperienza, ma, a causa di un incidente, quest’ultimo perde la vita e lo scrittore, segnato profondamente da tale perdita, non cesserà mai di ritenersi colpevole della morte del fratello.
Durante la guerra di secessione americana abbandona tale professione e si trasferisce in Nevada per cercare oro. Fallita questa avventura, si dedica al giornalismo a San Francisco.
È il 1863 e dal momento in cui comincia a scrivere per il Morning Call, comprende la sua vera vocazione e  pubblica il suo primo racconto, “Il ranocchio saltatore, appassionandosi sempre di più alla scrittura. A tale racconto seguiranno altre produzioni narrative che lo renderanno celebre in tutti gli Stati Uniti e, successivamente, in tutto il  mondo.
Divenuto anche conferenziere viaggia molto, soprattutto in Europa, in quel Vecchio Continente per cui aveva sempre provato una grande attrazione, ma si rammarica di non aver potuto comprenderne molte opere d’arte e muove una feroce critica al suo paese che non prevedeva, a quei tempi, lo studio della storia dell’arte.

Il contributo maggiore dato da Twain alla letteratura americana deriva da molti suoi libri tra cui ricordiamo “Le avventure di Huckleberry Finn“, “Le avventure di Tom Sawyer“, “Il principe e il povero“, “Un americano alla corte di re Artù e l’autobiografico Vita sul Mississippi“.
Il suo stile è un viaggio unico attraverso l’America del XIX secolo, dove le parole semplici si intrecciano con l’umorismo tagliente e una critica sociale implacabile. È un linguaggio che parla direttamente al lettore, che lo fa sorridere e pensare, immergendolo in storie tanto affascinanti quanto significative. Scrive come se stesse parlando direttamente al lettore, con un linguaggio chiaro e accessibile che riflette il parlato quotidiano. Questa immediatezza crea un legame emotivo con i personaggi e le loro esperienze, rendendo le sue storie vive e credibili. Maestro del ritmo, alterna dialoghi realistici, riflessioni brillanti e azioni avvincenti con una naturalezza che tiene il lettore incollato alla pagina. Ogni sua opera è un’avventura, sia fisica che emotiva, ma sotto la superficie si nascondono domande profonde sulla morale, la libertà e l’umanità. Twain non predica mai: guida il lettore a riflettere attraverso il potere della narrazione.
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I suoi principali racconti e romanzi, che inizialmente s’ispirano al modello picaresco, evidenziano la feroce critica verso il suo paese, attuata con sottile umorismo, fornendo un’accurata e amara descrizione dei luoghi comuni americani di quel periodo, condensati in quella fiducia nel futuro unita ad uno strenuo ottimismo che vede come unico valore il raggiungimento della ricchezza su cui edificare quell’innocenza puritana intrisa di ipocrisia e crudeltà. Ma tale caratteristica non appartiene purtroppo solo all’uomo medio americano e nel pessimismo di Twain, che si acuisce con il passare degli anni, si evidenzia la sfiducia nei confronti di un’umanità falsa e opportunista.
Nelle sue ultime opere “L’uomo che corruppe Hadleyburg” (1900), “Che cosa è l’uomo?” (1906) e “Lo straniero misterioso” (1916), analizza, sotto forma di conte philosophique, la fragilità e la difficoltà di vivere in un mondo sopraffatto dal male. In queste tre ultime opere irrompe lo spirito polemico e i dilemmi interiori di uno scrittore molto vicino alla sensibilità esistenzialista moderna.
La sua spietata analisi della società viene portata avanti con uno stile innovativo che usa spregiudicatamente la lingua americana, senza escludere lo slang, il dialetto e il linguaggio colloquiale.
Con “Che cos’è l’uomo, Mark Twain abbandona i panni del narratore umoristico per vestire quelli del filosofo, consegnandoci un’opera che ci spinge a guardare la natura umana con occhi nuovi. È un viaggio scomodo, ma necessario, nelle zone d’ombra di ciò che siamo. Sotto forma di dialogo tra un giovane idealista e un vecchio cinico, costruisce un confronto serrato che affronta domande universali: siamo davvero liberi? Agiamo per altruismo o per soddisfare i nostri interessi? Attraverso la voce del vecchio, presenta una visione disarmante: l’essere umano è plasmato interamente dall’ambiente e dall’educazione, senza spazio per un autentico libero arbitrio. Persino le azioni più nobili, suggerisce il vecchio, nascono da un tornaconto personale, che sia una gratificazione emotiva o il desiderio di approvazione. Il giovane rappresenta tutti noi, con i nostri ideali e la voglia di credere in qualcosa di più grande, mentre il vecchio incarna la disillusione e il pragmatismo della vita vissuta. Usa questi due personaggi per creare un dibattito universale, in cui ogni lettore può trovare una parte di sé.
Nella produzione letteraria dei suoi ultimi anni, dunque, si evidenzia maggiormente il disagio e l’alienazione già presenti nell’anima dei protagonisti dei suoi più noti romanzi.
Conosciuto come scrittore principalmente umorista, in realtà la vita di Twain è scossa da numerose sofferenze che il grande successo letterario non riesce a mitigare.
Mark Twain, biografia e citazioniMolte saranno infatti le tragedie che colpiranno la sua famiglia: dei quattro figli avuti dalla moglie Olivia Langton, sposata nel 1870, ne perde due ed un’altra è afflitta da una malattia mentale. Dopo la morte della moglie, colpito anche da un tracollo finanziario, Mark Twain precipita in uno stato di profonda crisi che aggrava ulteriormente il pessimismo insito da sempre nel suo animo, anche a causa dei grandi dolori che accompagnano la sua vita sin dall’infanzia.
Nato come scrittore umoristico, Twain diventa successivamente un notevole osservatore della falsità e della barbarie umana senza risparmiare alcuna critica, spesso irriverente, nei confronti della religione e dell’avidità imperialista americana mascherata da falsi intenti civilizzatori.
A questo grande scrittore, considerato non a torto una personalità senza precedenti nella storia della letteratura americana, e spentosi il 21 aprile del 1910 a Redding, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita in una cupa depressione, dedico una raccolta delle sue citazioni più significative.
Le numerose onorificenze ricevute, tra cui la prestigiosa laurea ad honorem in Lettere dall’università di Oxford, non riescono a far mutare il pessimismo di Mark Twain nei confronti di quella che considera una specie, quella umana, senza alcuna possibilità di redenzione.
Oltre alle opere già menzionate, bisogna anche ricordare la biografia di “Giovanna d’Arco“, Wilson lo svitato e “Storia del giovane Satana.
Un autore da rileggere per poter avere ancora una volta la conferma che nulla è cambiato in una società ancora oggi bigotta e benpensante ed in cui la maggioranza dei cosiddetti “scrittori” contemporanei si è venduta all’ipocrisia imperante.

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È tipico della vanità e dell’impertinenza dell’uomo definire stupidi gli animali perché così appaiono ai suoi sensi ottusi.
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L’umorismo è una gran cosa, è quello che ci salva. Non appena spunta, tutte le nostre irritazioni, tutti i nostri risentimenti scivolano via, e al posto loro sorge uno spirito solare.
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Ricordate quel venerabile proverbio: i bambini e gli sciocchi dicono sempre la verità. La conseguenza logica è ovvia: gli adulti e i saggi non la dicono mai.
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Comportati bene e resterai solo.
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Chiunque abbia vissuto abbastanza da capire cosa sia la vita, sa quale profondo debito di gratitudine dobbiamo ad Adamo, il primo grande benefattore della nostra razza. Egli portò nel mondo la morte.
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Non abbiamo noi in città tutti gli sciocchi dalla nostra parte? E non basta questo per formare in ogni città una schiacciante maggioranza?
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Sforziamoci di vivere in modo tale che quando moriremo perfino il becchino ne sia addolorato.
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Una delle più vistose differenze fra un gatto e una bugia è che il gatto ha solo nove vite.
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Mark Twain, biografia e citazioniTutti dicono “Che disgrazia dover morire”: strana lagnanza da parte di gente che ha dovuto vivere.
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Se raccogli un cane affamato e lo rimpinzi ben bene, non ti morde. Questa è la differenza fondamentale tra cani e uomini.
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Se votare servisse a qualcosa, credete veramente che ve lo lascerebbero fare?
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Non mi deve interessare se la vivisezione produca o meno risultati giovevoli all’umanità. Anche se fossero utili, non sarei meno ostile alla vivisezione, poiché la mia ostilità si fonda sulle sofferenze che infligge ad esseri non consenzienti. È questione di sentimenti, così profondamente radicati in me che, certo, neppure per un vivisettore vivisezionato potrei provare la benché minima soddisfazione, per quanto la legge del taglione se la sarebbe meritata.
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Si dovrebbe credere che questo stesso Dio senza scrupoli, questo minorato morale, fu nominato insegnante di bontà, dei costumi, della clemenza, della legalità, della purezza? Sembra impossibile e folle.
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Un uomo con un’idea è un matto finché quell’idea non ha successo.
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Scoperta dell’America. Certo, è stato bellissimo trovare l’America; ma perderla sarebbe stato ancora più bello.
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È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio.
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Mark Twain, biografia e citazioni

Mark Twain ritratto da Michael J. Deas

Alcune persone pensano che l’onestà sia sempre la tattica migliore. È una superstizione. A volte, la mera impressione di onestà vale sei volte tanto.
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Il rumore non prova nulla. A volte una gallina, che non ha fatto che un uovo, chioccia come se avesse fatto un asteroide.
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Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire.
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Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi.
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L’uomo è l’unico animale che arrossisce, ma è l’unico ad averne bisogno.
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Dapprima Dio creò gli idioti. Per fare pratica. Poi creò i comitati scolastici.
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Pochi di noi sopportano la prosperità. Quella degli altri, intendo.
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Se l’uomo non condivide la nostra fede, diciamo che è matto e tutto è a posto. Cioè, tutto è a posto oggi, perché non possiamo più bruciarlo.
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Il fatto che l’uomo sappia distinguere tra il bene e il male dimostra la sua superiorità intellettuale rispetto alle altre creature; ma il fatto che possa compiere azioni malvagie dimostra la sua inferiorità morale rispetto a tutte le altre creature che non sono in grado di compierle.
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Mark Twain, biografia e citazioniSe c’è qualcosa di più divertente della dottrina dell’Immacolata Concezione sono i bizzarri ragionamenti con cui esseri umani apparentemente intelligenti si convincono che questo fatto è impossibile è dimostrato.
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Il banchiere è un uomo che ti presta l’ombrello quando c’è il sole e se lo riprende quando inizia a piovere.
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La Bibbia è molto interessante. Contiene nobili poesie, favole argute, storie sanguinose, buoni principi morali, una miniera di oscenità e più di un migliaio di menzogne.
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Ma siamo fatti tutti allo stesso modo: quando conosciamo qualcosa, non proviamo che disprezzo per quelli che non la conoscono.
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L’uomo, soavemente e sinceramente, si autodefinisce “la più nobile creatura di Dio”. È l’assoluta verità. E non che questa sia un’idea nuova: l’uomo ne parla da secoli e vi ha sempre creduto, senza che mai nessuno ci abbia riso sopra.
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Ogni razza decide da sé cosa è indecente. La natura non conosce indecenze. È l’uomo a inventarle.
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Una delle prove dell’immortalità dell’anima è che tantissimi vi hanno creduto. Tantissimi hanno anche creduto che il mondo fosse piatto.
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Il cristiano attribuisce al Creatore tutte le caratteristiche di un mascalzone, e giunge poi alla conclusione che un mascalzone e un padre sono la stessa cosa!
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Se volessimo capire in cosa consiste davvero la razza umana, dovremmo solo osservarla in tempo di elezioni.
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Mark Twain, biografia e citazioni

L’invidia è la chiave; presente ed evidente in tutta la storia di Dio. È la sostanza del suo temperamento, la base del suo carattere. […] La paura che se Adamo ed Eva avessero mangiato il frutto dell’Albero della conoscenza sarebbero diventati «come Dio» scatenò la sua invidia al punto di sconvolgergli la ragione, sicché fu incapace di trattare quelle povere creature con giustizia e carità, e non seppe nemmeno astenersi da un comportamento crudele e criminale verso i loro innocenti discendenti.
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Ognuno di noi è una luna e ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.
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Tutto ciò che è umano è patetico. La segreta fonte dell’Umorismo stesso non è gioia, ma dolore. Non c’è umorismo in cielo.
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Buoni amici, buoni libri e una coscienza sonnacchiosa: questa è la vita ideale.
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Tutto ciò di cui abbiamo bisogno in questa vita sono ignoranza e fiducia; e il successo è assicurato.
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Non c’è da dubitare del fatto che il paradiso offra soprattutto la compagnia di persone sgradite.
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Mark Twain, biografia e citazioni
Se Cristo fosse qui, c’è una cosa che non vorrebbe mai essere: un cristiano.
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Quando ti rendi conto che sei dalla parte della maggioranza, sappi che è ora di cambiare.
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Tra tutti gli animali l’uomo è il più crudele. È l’unico a infliggere dolore per il piacere di farlo.
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Non c’è personalità, per quanto spiccata e rispettabile, che non possa essere distrutta dal ridicolo, sia pure, questo, meschino e sciocco. Osservate l’asino, per esempio: la sua personalità è quasi perfetta, esso è uno spirito eletto tra gli animali più umili, eppure, guardate dove l’ha condotto il ridicolo. Invece di sentirci lusingati quando ci chiamano asini, restiamo in dubbio.
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Poche cose al mondo sono tanto insopportabili quanto un buon esempio.
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