Le 10 tecniche di manipolazione di massa secondo Noam Chomsky

La massa non sa cosa sta succedendo nel mondo. E non sa neanche di non saperlo.

Noam Chomsky, noto filosofo, attivista politico e linguista statunitense, è professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Il suo pensiero è ritenuto fondamentale per comprendere la società contemporanea.
Chomsky ha dato un contributo fondamentale alla linguistica moderna con la formulazione teorica e lo sviluppo del concetto di grammatica generativo-trasformazionale. Tale sistema di analisi sfida la linguistica tradizionale ed è legato alla filosofia, alla logica ed alla psicolinguistica. La teoria di Chomsky suggerisce che ogni espressione umana ha due strutture: la struttura superficiale, la combinazione superficiale delle parole, e la struttura profonda che comprende regole e meccanismi universali. In termini più pratici, la teoria sostiene che i mezzi per acquisire una lingua sono naturali in tutti gli esseri umani e si attivano nel momento in cui un bambino inizia ad apprendere e ad assimilare i fondamenti di una lingua che, secondo lo studioso, hanno caratteristiche comuni nella propria struttura. La principale novità di tale teoria consiste dunque in questa distinzione di due diversi livelli nell’analisi delle frasi. A livello profondo, la persona possiede una conoscenza tacita delle strutture fondamentali della grammatica, che Chomsky ritiene siano in gran parte innate; basandosi sulla difficoltà di spiegare la competenza acquisita dai madrelingua di una lingua dagli stimoli carenti ricevuti dai genitori, sostiene che l’unico modo per comprendere l’apprendimento di una lingua presupponga una serie di strutture grammaticali innate che sarebbero comuni a tutta l’umanità. Si tratterebbe dunque di una grammatica universale alla cui dimostrazione e sviluppo sono stati dedicati numerosi studi che hanno preso spunto dalle sue idee.

Oltre ad essersi dedicato a ricerche riguardanti l’ambito linguistico, Chomsky è anche un attivista politico e le sue continue denunce all’imperialismo statunitense e le critiche al sistema politico ed economico degli Stati Uniti hanno suscitato frequenti polemiche e dibattiti. Chomsky ha spesso assunto posizioni duramente critiche nei confronti della politica governativa e in genere del potere costituito. Nel 1967  inizia la sua partecipazione politica d’ispirazione socialista libertaria opponendosi alla partecipazione degli Stati Uniti alla guerra del Vietnam, ottenendo riconoscimenti grazie al suo saggio “La responsabilità degli intellettuali“. Da menzionare altre sue importanti opere quali: “Media e potere“; “La fabbrica del consenso. La politica e i mass media“; “Chi sono i padroni del mondo“; Le dieci leggi del potere. Arrestato più volte per il suo attivismo contro la guerra, Chomsky ha sviluppato un modello di propaganda critica delle tecniche di manipolazione della massa, elaborando una lista delle dieci strategie usate dal potere costituito attraverso i mass media. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche? Leggiamo insieme queste strategie 😉

Autore sconosciuto

 

1) La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali.

 

Illustrazione di John Holcroft


2)
Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

 

Fatinha Ramos
Refugees Migration to Europe“.
In questo momento va di “moda” tuonare contro l’immigrazione, nonostante la storia ci abbia insegnato che si tratta di un fenomeno naturale e che niente e nessuno potrà mai arrestarla. I nostri problemi di certo non dipendono dai cosiddetti “clandestini”, ma in pochi lo hanno capito. Tagli alla sanità e alla scuola, salari bassi, disoccupazione e perdita del potere d’acquisto non dipendono di certo dall’immigrazione. Ma state tranquilli, tra una settimana vi sarà un’altra “emergenza” su cui focalizzare l’attenzione.

 

3) La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ’80 e ’90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

 

Illustrazione di Igor Cicconcelli

 

4) La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. È più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

 

 

5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno.

 

Illustrazione di Don Addis

 

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

 

da youthkiawaaz.com Illustrazione di Carlos Latuff

 

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori.

 

La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” Da “1984” di George Orwell

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

 

datasociety.net


9) Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

 

freepik.com

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune più di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

 

Illustrazione di Jeff Treves

 

 

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