Ognuno di noi ha una capanna del silenzio dentro il cuore

ognuno di noi ha una capanna del silenzio nel proprio cuore

Muchacha en la ventana – Salvador Dalì, 1925

La crisi che l’essere umano occidentale sta attraversando non è da collegarsi solamente al fattore economico; brevi o lunghi periodi di crisi economica hanno sempre caratterizzato la storia dell’uomo. Eppure mai come in questi ultimi anni l’ansia e lo stress hanno condizionato e continuano a condizionare la nostra vita.
Io credo che il grande sconvolgimento dell’evolversi della nostra storia l’uomo lo stia patendo dentro se stesso: in quei luoghi intimi di rifugio dove era solito andare per raccogliere le idee e trovarvi una luce, una fiammella che ancora gli rischiarava le tenebre incombenti sul suo corpo, e sulla sua anima.
La necessità di affiancare la sua vita terrena a qualcosa di immateriale è stata lesa e sovvertita da correnti d’aria portatrici d’indifferenza, edonismo, sfrenato materialismo e frenesia del progresso.

capanna nel cuore
La società odierna è caratterizzata dal rumore e poche sono le possibilità di immergerci in quel meraviglioso suono del silenzio che ci consente di ascoltare la nostra voce interiore.
Abbiamo perso l’abitudine di stare in silenzio e siamo continuamente bombardati da messaggi che cercano di distoglierci da semplici momenti di totale abbandono al nostro io. Sembra quasi che quei messaggi vogliano dirci che il rumore sia vita.
Rammento che già da bambina, quando in una stanza affollata i discorsi si esaurivano, c’era sempre qualcuno che, come se volesse coprire quel momento di imbarazzo, si affrettava a commentare in un modo alquanto singolare: “E’ passato un angelo” e tutti ridevano e cercavano di affannarsi a trovare nuovi argomenti di discussione. Il silenzio visto quasi come la morte, come qualcosa di cui avere paura. Si teme il silenzio così come si teme la morte. Si preferisce riempire il silenzio in tutti i modi possibili, persino con chiacchiere vuote e discorsi vani.

capanna nel cuore
Durante le lunghe passeggiate con i miei cani, o semplicemente guardando negli occhi i miei gatti e lasciandomi andare ad effusioni e giochi, ho cominciato ad entrare dentro me stessa, in contatto con la mia essenza e tutto ciò mi ha aiutato a scoprire chi sono e cosa voglio. Il tutto, ovviamente, è in continua evoluzione. Ma di una cosa sono certa: non perderò più tempo ad ascoltare discorsi che non m’interessano o fare cose che non mi piacciono. Io credo che il sistema da noi creato abbia dato spazio alla vera solitudine, alla solitudine che fa veramente male e che ci riempie di negatività. L’uomo moderno è assillato da problemi terreni che tolgono spazio all’introspezione e ad un modo di impiegare il tempo libero in grado di sgombrare totalmente la nostra mente da tutti i pensieri che ci attanagliano.
E in questa breve riflessione vorrei proprio parlare di tempo libero. Quest’ultimo è quasi diventato un lusso. Il lavoro, le grandi e piccole incombenze giornaliere ci portano un senso di oppressione e tensione che non ci consente di goderci pienamente la vita. Viviamo sempre proiettati verso il futuro: l’attesa della prossima vacanza, la domenica, il ponte di ferragosto e, spesso, non riusciamo nemmeno a beneficiare di quei giorni tanto desiderati perché siamo incapaci di goderci il presente. Per ritagliarci uno spazio da dedicare a noi stessi non è di certo necessario disporre di denaro. Molti pensano di poter godere del proprio tempo libero solamente se possono disporre di somme considerevoli di denaro per poter cenare nell’ultimo ristorante alla moda o per poter acquistare abiti più o meno costosi. Magari fosse così semplice ritagliarsi e godersi pienamente un po’ di tempo libero in tal modo! Siamo talmente abituati ad imporre a noi stessi una meta in quello che facciamo, da non tenere in considerazione quelle piccole cose che possono dar spazio alla nostra fondamentale esigenza di quelle semplici tappe da percorrere ogni giorno per riflettere e, soprattutto, imparare ad ascoltare il silenzio. E per ascoltare il silenzio non serve la mancanza di rumore. Il silenzio possiamo ascoltarlo anche facendo una semplice passeggiata in città in mezzo a molta gente. Ma dev’essere un cammino senza meta. Camminare lentamente e osservare quello che passa sotto i nostri occhi ogni giorno e di cui non ci accorgiamo perché chiusi nelle nostre auto non facciamo altro che inseguire il tempo. Impariamo a staccare la spina anche nei giorni che non prevedono un’interruzione dagli impegni quotidiani.

capanna nel cuore
Bastano piccoli gesti come prepararsi un buon caffè e sorseggiarlo lentamente per poterne assaporare il gusto e guardare dalla finestra quei particolari che normalmente ci sfuggono ( e sono molti di più di quelli che immaginiamo ), spegnere la televisione, ascoltare buona musica, leggere una poesia o un buon libro, ma anche provare a scrivere quello che sentiamo quando siamo soli con la parte più intima di noi. E lentamente riusciremo a riconquistare tempo per noi. Tempo dentro quella capanna del silenzio che abbiamo nel nostro cuore.

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3 commenti

  • marina4351 ha detto:

    Abbiamo tutti bisogno di rivedere la nostra vita.
    E’ fuor di dubbio.
    Blog originale, abbiamo bisogno di riflettere e fermarci.
    Se lo facessimo tutti, crollerebbe il sistema senza senso che altri hanno creato per noi.

    • Lilia ha detto:

      Ciao Marina.
      Proprio ieri sera,
      nella categoria “No al consumismo”,
      ho scritto un post riguardante
      la decrescita felice
      con qualche consiglio per affrontare tale
      cambiamento in modo sereno.
      Noi consumatori possiamo fare la differenza,
      non dimentichiamolo!
      A presto.

  • […] curiosità sul mondo animale, biografie e pensieri di autori. Uno dei temi principali è il silenzio, uno spazio indispensabile per ritrovare se stessi e non smarrirsi in oceani di parole vuote e […]

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