Pensieri e immagini ( Aprile 2024 )

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La gente ha paura di chi dice ciò che pensa.
Figurati di chi ha il coraggio di fare ciò che è giusto.
Le persone vere spaventano.
– Anna Magnani
( 📸 Leslie Gill )

 

Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter mai avere un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini. Stanco di tutto il dolore che io sento, ascolto nel mondo ogni giorno, ce n’è troppo per me. È come avere pezzi di vetro conficcati in testa sempre continuamente. Lo capisci questo?
Da “Il miglio verde”.
( Illustrazione dal Web )

 

La cosa che più mi angoscia? Siamo entrati in una lunga epoca in cui ormai la guerra di classe l’hanno vinta i ricchi. I ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questa è la cosa che mi fa più rabbia. Però ufficialmente va tutto a meraviglia, perché viviamo in democrazia“.
– Alessandro Barbero
( 📸 da Pinterest )

 

Mi conservo appositamente naïf e sto alla larga dalle informazioni di questa terra perché è l’unico modo di evitare un atteggiamento cinico. Tutto quello che faccio è profondamente inconscio perché non è possibile razionalizzare la spiritualità. Non meritiamo questo privilegio. Non so parlare. So solo sentire“.
– Kurt Cobain
Immagine reperita nel web.
Il 5 aprile del 1994 si suicidò, ad appena ventisette anni, Kurt Cobain, noto cantautore e chitarrista dei Nirvana.
( 📸 da Pinterest )

 

|E poi mi chiedono perché sono asociale. Ma l’avete vista bene la gente che c’è in giro?|
– Anthony Hopkins
(📸 da Pinterest )

 

A Sparta il figlio se era deforme e poco prestante veniva gettato dal baratro del monte Taigeto, poiché né per se stesso né per la città era meglio che vivesse. Di tutte le città della Grecia, Sparta è l’unica a non aver lasciato all’Umanità né uno scienziato, né un artista né un poeta. Forse gli spartani, senza saperlo, eliminando i loro neonati troppo fragili, hanno ucciso i loro musici, i loro poeti, i loro filosofi.
Chi tra voi non ha visto almeno una volta nella vita La creazione di Adamo di Michelangelo o ascoltato una sonata di Beethoven? Molti dicevano che Caravaggio fosse pazzo, e lo stesso dissero di Beethoven, di Michelangelo, persino di Socrate! Perché? Perché non vivevano come gli altri pretendevano che vivessero. Perché questi uomini sentivano e pensavano in modo diverso. Cosa c’entra con Sparta?
Ecco Sparta fu l’emblema nel mondo antico dell’efficienza. Della forza. Nel mondo spartano non c’era spazio per l’iniziativa individuale, per la libertà d’azione, per i sentimenti. A Sparta la vita dei cittadini seguiva soltanto ordini e regole: era il mondo dell’obbedienza e della repressione del dissenso, vi suona familiare? Ogni aspetto della vita dei cittadini-soldati era controllato dallo stato. Essere un buon guerriero era l’unico scopo dello spartano. Chi non poteva e non sapeva esserlo, doveva sparire. O essere sfruttato. Per questo motivo Sparta non ebbe musici, poeti, filosofi.
Oggi lo stato non vuole cittadini-soldati, ma cittadini-consumatori. Persone che pensino e sentano in modo facilmente prevedibile, facilmente controllabile. Non servono i filosofi, non servono i pensatori, non servono gli artisti ma soltanto operai altamente qualificati. Come ci riescono? Controllando ciò che la gente legge, sente e ascolta, perché se riempi la testa delle persone di gossip, stupidaggini e pettegolezzi la gente alla fine parlerà soltanto di gossip, stupidaggini e pettegolezzi. Ed ecco perché il pensiero in tutte le sue forme viene bandito dalla società che ha fatto della televisione il suo oracolo. Agli uomini-macchina non è utile conoscere la storia di Sparta. Ragionare. Mettere in relazione.
– Guendalina Middei
📸 Aaron Weiss Phtography – #blindnyc (blind consumerism in NYC) created by Ivan Farias.

 

Nei primi tempi della mia prigionia, alcuni mi consigliarono di dimenticare chi io ero. Disastroso consiglio! Invece, soltanto rendendomi ragione di quel che sono ho potuto trovare un po’ di conforto. Adesso, altri mi esortano a dimenticare, quando sarò libero, d’essere mai stato in carcere. So bene che sarà fatale ugualmente. Ciò significa che io sarei senza tregua torturato da un sentimento intollerabile di sventura.
E che tutte le cose create per me come per gli altri, ovvero la bellezza del sole e della luna, il corteo delle stagioni, la musica dell’aurora e il silenzio della notte fonda, la pioggia che scroscia tra le foglie o la rugiada che inargenta i prati, tutte queste meraviglie diventerebbero opache per me, perderebbero il loro potere di guarire e di comunicare la gioia. Rammaricarsi delle esperienze fatte, vuol dire arrestare il proprio sviluppo; negarle equivale a mettere una menzogna sulle labbra della nostra vita. Sarebbe come rinnegare l’anima.
Dal “De profundis” (1905 ) di Oscar Wilde.
( 📸 historianruby.com via Pinterest )

 

Non sono capace di dimenticare presto, come dovrei, le follie e i vizi degli altri, e nemmeno le offese fatte a me stessa. I miei sentimenti non ubbidiscono a ogni tentativo di suscitarli. Ho un carattere che si potrebbe definire risentito. E la mia stima, una volta persa, è persa per sempre.
Da “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen.
( 📸 Keira Knightley da Pinterest )

 

No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere.”
Giacomo Ulivi, partigiano, assassinato a 19 anni nella Piazza Grande di Modena il 10 novembre del 1944.
( 📸 da Wikipedia )

 

Sotto il ponte della Mornera, in provincia di Varese vive Daniel, un senzatetto, a scaldarlo più delle sue grosse coperte è il suo cane, che in questo racconto chiameremo “Pepe”. Lui non smette mai di restargli vicino.
“Il mio padrone umano ha bisogno di me ed io di lui. “
Con ciò che ricavano in strada riescono a mangiare, ed il resto non conta. Pepe e Daniel sono felici e non fanno male a nessuno.
Un giorno la polizia locale d’improvviso solleva le coperte che coprono i due, Pepe spaventato da un piccolo morso allo stivale dell’agente. Daniel cerca di tenere a sé Pepe ma viene subito portato via di forza e sequestrato.
Daniel cade in una profonda solitudine, senza Pepe non può vivere, la sua ombra il suo buon umore, la sua ragione di aspettare il tramonto insieme che colorerà le case di una nuova giornata. Tutto adesso è in bianco e nero.
Daniel è disperato, in lacrime. Per fortuna Daniel chiede un’ assistenza legale pro bono.
È disposto a tutto pur di rivedere il suo Pepe.
Con tantissima difficoltà e con l’aiuto di alcune anime buone riesce persino a pagare un bonifico alla ASL. Poi finalmente la risposta.
Il cane ha un microchip che appartiene a Daniel, non doveva essere portato via!
Daniel aspetta all’uscita del canile, tremano le sue magre gambe, gli occhi sono lucidi.
Pepe appena lo vede è incontenibile, scodinzolando si getta addosso al suo umano che cade seduto pur di abbracciarlo. I due sono di nuovo insieme, felici e pronti ad affrontare un nuovo giorno, passo in ogni passo.”
– Antonio Federico Art per Umanità Illustrata
Ps. Questa immagine non è stata prodotta con intelligenza artificiale ma frutto di passione, sacrifici e costanti studi artistici.”

 

Non ha occhi un palestinese?
Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni?
Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un ebreo?
Non viene ferito forse dalle stesse armi?
Non è soggetto alle sue stesse malattie?
Non è curato e guarito dagli stessi rimedi?
E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno
e dalla stessa estate che un ebreo?
Se ci ferite non sanguiniamo?
E se ci fate il solletico non ci mettiamo forse a ridere?
Se ci avvelenate, non moriamo?
E se ci usate torto non cercheremo di rifarci con la vendetta?
Se siamo uguali a voi in tutto il resto,
dovremo rassomigliarvi anche in questo.
Se un palestinese fa un torto a un ebreo,
Come reagisce costui?
Con la vendetta.
E se un ebreo fa un torto a un palestinese,
quale esempio di sopportazione gli offre il palestinese?
L’eccidio del proprio popolo 😞”
– Moni Ovadia (Pagina Ufficiale)
( 📸 di Mohammed Salem, titolata “A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece”, vincitrice del World Press Photo of the Year )
In anteprima nazionale, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dal nove maggio, la mostra con le foto dei vincitori del World press photo 2024, giunto alla 67ma edizione. La foto dell’anno è proprio questa, ribattezzata la “Pietà di Gaza“.

 

So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte. Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente.
– Alejandra Pizarnik
( 📸 R. Ahmed via Pinterest )

 

|Vede, sto bene con me stesso.
Vivo in questo posto meraviglioso sulle pendici del Mongibello.
Dalla veranda del mio giardino osservo il cielo, il mare, i fumi dell’Etna, le nuvole, gli uccelli, le rose, i gelsomini, due grandi palme, un pozzo antico.
Un’oasi.
Poi purtroppo rientro nello studio e accendo la tv per il telegiornale: ogni volta è un trauma.
Ho un chip elettronico interiore che va in tilt per le ingiustizie e le menzogne.
Alla vista di certi personaggi, mi vien voglia di impugnare la croce e l’aglio per esorcizzarli.
C’è un mutamento antropologico, sembrano uomini, ma non appartengono al genere umano, almeno come lo intendiamo noi: corpo, ragione e anima.
Quando li osservo muoversi circondati da guardie del corpo, li trovo ripugnanti e mi vien voglia di cambiare razza, di abdicare dal genere umano.
C’è una gran quantità di personaggi che sento estranei a me ed è mio diritto di cittadino dirlo: non li stimo, non li rispetto per quel che dicono e sono.
Non appartengono all’umanità a cui appartengo io.
E, siccome faccio il cantante, ogni tanto uso il mio strumento per dire ciò che sento.|
– Franco Battiato
( 📸 da Pinterest )

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