«…Questo clima che c’infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; li conti, Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste; questa nostra estate lunga e tetra quanto l’inverno russo e contro la quale si lotta con minor successo; Lei non lo sa ancora, ma da noi si può dire che nevica fuoco, come sulle città maledette della Bibbia; in ognuno di quei mesi se un siciliano lavorasse sul serio spenderebbe l’energia che dovrebbe essere sufficiente per tre; e poi l’acqua che non c’è o che bisogna trasportare da tanto lontano che ogni sua goccia è pagata da una goccia di sudore; e dopo ancora, le piogge, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti, che annegano bestie e uomini proprio lì dove una settimana prima le une e gli altri crepavano di sete…»
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
L’amico Giuseppe Tomasi di Lampedusa non aveva tenuto in considerazione, preso dal furore del momento, le due stagioni da me amate e che purtroppo, con il passare degli anni, sembrano essere svanite nel nulla. Tiepidissimi e rapidi accenni di pochi giorni di primavera e autunno, e il passaggio dall’inverno all’estate avviene in un batter d’occhio.
Per persone come me, cosiddette “crepuscolari“, l’estate è una stagione odiata per la violenza dei suoi colori, per la siccità che comporta e per altri motivi di cui parlerò.
Quando sento pronunciare quella famosa definizione che rimanda all’estate, una definizione usata ancora da molti meteorologi fossilizzati nell’utilizzo dell’aggettivo “bella” per indicare quella lunghissima e devastante stagione bollente, ammetto di provare un senso d’irritazione presagendo ciò che mi aspetta.
Che io sappia la bellezza è un concetto soggettivo, quindi mi è oscuro l’uso di quell’aggettivo per definire una stagione che non è proprio così amata da tutti.
Non vivo in un paese freddo e non ho mai amato l’estate, sebbene devo ammettere che quella stagione era un po’ differente fino a qualche decennio fa. E adesso, quando i cosiddetti esperti annunciano l’arrivo della “bella stagione“, provo immediatamente un brivido di repulsione verso quegli imminenti e quasi interminabili mesi di caldo umido che affliggono chi ama le lunghe passeggiate e la vita all’aria aperta, quella vera, quella da assaporare con un clima mite e secco che non superi i 25°.
Persino quando l’inverno si esprime con il massimo rigore, non rimpiango mai le umide e appiccicose giornate che affliggono quei mesi di “bel tempo“. E adesso, che le estati torride sembrano essere diventate la norma persino nei paesi considerati più freschi e le cosiddette mezze stagioni sono diventate un lontano ricordo, non mi consola affatto quel pensiero a me da sempre incomprensibile del “mal comune, mezzo gaudio“. Chi avrà inventato quel pensiero doveva avere qualche serio problema, così come quella gente che annuncia sorridente il grande e atteso arrivo dell’estate.
Inutile dilungarsi sui cambiamenti climatici, sul come noi esseri umani abbiamo distrutto una terra meravigliosa per puro profitto, egoismo e mancanza di lungimiranza. Celato oculatamente nei mille vantaggi del progresso, il pericolo dell’inquinamento atmosferico, fino a pochi decenni fa solamente presagito, è diventato realtà.
Ne parlano da anni scienziati e studiosi, ma per ovvie ragioni, le loro voci sono state messe a tacere dai mass media. Si parla di “catastrofismo” quando le dichiarazioni di eminenti ricercatori possono mettere in crisi un sistema economico per lo più accettato dalla massa e si tuona contro i condizionatori d’aria, considerati deleteri per l’ambiente, proprio oggi che le estati sono diventate più insopportabili rispetto al passato.
Quei nefasti cambiamenti climatici, previsti da numerosi scienziati, sono ormai sotto gli occhi di tutti gli esseri pensanti. E, se le opinioni degli scienziati divergono sulle previsioni, tutte purtroppo concordano su quel fenomeno, chiamato “effetto serra“, la cui conseguenza più tangibile sarà l’aumento della temperatura del nostro pianeta.
Che la natura restituisca sempre i colpi ricevuti è una legge a cui nessuno potrà sottrarsi. Ma questi sono argomenti già noti a tutti.
Perché odio la cosiddetta “bella stagione”?
Il mare, durante il periodo estivo, m’innervosisce. La folla di bagnanti che invade le spiagge non mi consente di ascoltare quel rumore a me caro e la salsedine irrita la mia pelle. Non resisto più di tre giorni e preferisco prendere l’ultimo sole, quando le spiagge sono semideserte. Il mare, durante il periodo lontano dalla “bella stagione”, ha in sé un fascino che non riesco a percepire in estate.
La foto da me scattata lo scorso ottobre mostra in modo chiaro cosa io intendo per vacanza a mare 🙂
Detesto l’abbronzatura, di certo non per problemi di razzismo. Se siamo nati con un tipo di pelle perché sottoporci a certi supplizi? In fondo quel colorito così tanto di moda, non è altro che un modo del nostro corpo per difendersi dal sole. La melanina entra in funzione per difenderci dai raggi ultravioletti. Ed oggi, con un sole così pericoloso, non mi sembra un segno di grande intelligenza stare ore al sole per esibire una carnagione differente da quella di cui madre natura ci ha dotati. Inoltre gli effetti nocivi dell’abbronzatura sono ormai stati resi noti a tutti.
Consiglio a tutti i patiti dell’abbronzatura la lettura del seguente articolo pubblicato su Focus.
Ma aldilà degli eventuali problemi di salute che possono derivare dall’esposizione al sole, altri sono i motivi che rendono il periodo estivo così ostile al mio umore.
L’uso dei condizionatori diventa necessario per sopravvivere alle micidiali ondate di calore che colpiscono frequentemente il nostro paese.
Inutile invocare il rispetto dell’ambiente quando l’umidità è elevatissima e la temperatura sale. Non possiamo più fare a meno di cercare un po’ di refrigerio in macchina e in casa con temperature che costantemente si aggirano intorno ai 35° all’ombra accompagnate da un’umidità elevatissima. Il caldo sottopone il nostro fisico a prolungati sforzi e nelle persone più vulnerabili può anche essere letale. Qualcuno dei più sfegatati ambientalisti mi spieghi come si può sopravvivere senza climatizzatori.
Siamo costretti a lottare contro una natura che abbiamo distrutto. E continuiamo a farlo.
I condizionatori ci ricordano proprio la nostra pessima relazione con la natura e talvolta favoriscono pure il sorgere di mal di gola e di emicranie.
Senza di essi non riesci a concentrarti, ti senti disorientato e confuso. Con il loro uso ti scoppia pure un bel mal di testa.
Bella veramente questa stagione. Fino all’imbrunire non puoi nemmeno mettere il naso fuori di casa e, se decidi di rinfrescarti da qualche parte, in pochi minuti, anche quando muovi qualche passo per far ritorno a casa, ti si appiccicano i vestiti addosso, i capelli non ragionano e i benefici di quel percorso intrapreso per dimenticare per un po’ quella stagione, svaniscono in un baleno. E ti rifugi di nuovo a casa accanto ai condizionatori.
Per raggiungere una località balneare in cui il mare sia degno di quel nome, magari in un posto meno affollato degli altri, sei costretto a percorrere in macchina molti chilometri e quindi poi destinato a restare lì tutto il santo giorno spalmandoti creme protettive, riparandoti sotto l’ombrellone, costretto a far docce in continuazione e il mondo ti appare sudaticcio e sporco.
Ecco.
In estate sembriamo tutti sporchi.
Le strade puzzano terribilmente di urina e spazzatura.
Il mare vicino casa emana un odore poco rassicurante.
Le tue energie scompaiono come d’incanto. La gente è più irritabile ed è più distratta al volante.
Aumentano gli abbandoni di cani e gatti perché gli esseri con il braccino corto non riescono a spendere qualche soldo in più per trovare una collocazione ai loro fedeli amici a quattro zampe. Ma stranamente il denaro per le tanto agognate vacanze riescono a trovarlo. Ed alcuni s’indebitano pure per mostrare al mondo di poter permettersi qualche giorno di riposo.
Dimenticavo.
In estate devi pure difenderti da zanzare sempre più agguerrite.
Ma che bella stagione!
Sbalzi termici continui. Dopo aver trovato un posto per la tua auto, raggiungi il supermercato e, già nel momento stesso in cui varchi la soglia, ti rammarichi di non aver portato con te un maglioncino invernale.
La luce accecante del sole ti costringe a proteggere anche gli occhi.
L’aria diventa irrespirabile e nei giorni di afa non si trova sollievo nemmeno in giardino.
L’estate è monotona.
Il paesaggio è statico. Non vedi una nuvola e quel cielo biancastro a causa dell’afa t’insegue dappertutto. Così come quel sole implacabile che sembra voglia torturarti. Tre, a volte quattro mesi di fila di sole, dov’è quella grande bellezza di cui tutti parlano?
Il fascino del mare viene spento dalle urla delle persone al cellulare, da tormentoni idioti, balli di gruppo e gente che vuole mostrare a tutti i costi di divertirsi.
La stupidità altrui cresce in modo esponenziale così come la temperatura.
«Non vai a mare? Perché non sei abbronzata?»
Cosa bisognerebbe rispondere a domande del genere? Da quanto tempo è obbligatorio andare a mare e abbronzarsi in mezzo ad una massa di vacanzieri pronti ad arrostirsi pur di apparire più “belli” o per mostrare di essere andati in vacanza?
«Ma sei matta? Ma proprio tu che hai la fortuna di vivere vicino al mare?»
No, grazie.
Mi dispiace, ma non m’interessa uniformarmi alla massa dell’italiano medio che cerca a tutti i costi di sfoggiare l’abbronzatura dopo aver sudato come una fontana.
Eliminerei l’estate dal calendario, se dipendesse da me.
L’estate per me significa solamente fare il conto alla rovescia per trascorrere qualche giorno lontana dal caldo e aspettare che passi in fretta quella “bella stagione”.
Non amo la pelle umidiccia. Non amo usare mollettoni per raccogliere quei capelli che si trasformano in coperta di lana sulle spalle.
E mi piace sentirmi piena di forze, non amo impigrirmi.
Qualche lato positivo dell’estate? Finalmente trovo il tempo per divorare libri e poter visitare luoghi interessanti. Mangio molti gelati e…mi riposo.
La lucertola sulla spiaggia che sfoggia la tintarella non è un ruolo che mi si addice. E nemmeno quello svago a tutti i costi in localini alla moda o restare ferma a sudare per assistere ad un concerto.
E, se mi guardano con un misto di stupore e compassione quando notano la mia pelle bianca, il problema non mi tocca minimamente. Il culto di diventare scuri lo lascio volentieri ad altri. Basta già il sole che ti cuoce a puntino in macchina o nel raggiungere a piedi qualche luogo.
La mia pelle resterà lunare 😉
E anche questa lunga estate finirà.
Dal web:
“Ma a me piace l’inverno. Il freddo, la pioggia, le felpe, le coperte, i brividi, gli ombrelli, i cappelli, le persone che si vedono perché nonostante il maltempo ne hanno voglia, uscire dalla doccia calda e mettersi sotto un piumone, bere una cioccolata calda davanti al camino insieme ai veri amici che hanno qualcosa da dirsi e da raccontare invece di andare sempre a ballare perché non si ha nulla di meglio da fare, il rumore della pioggia sui tetti, guardare fuori dal finestrino mentre tutto scorre, meditare con le cuffie nelle orecchie e la tazza calda tra le mani, i guanti per riscaldarsi, e non potersi mettere più gli occhiali da sole per nascondere la verità che si cela dietro gli occhi, guardare un film aspettando che spiova, le giornate programmate. A me piace. L’inverno è per le persone ricche dentro.”
N.B. Le immagini, esclusa la foto del tramonto sul mare a San Leone, sono state reperite nel web, quindi considerate di pubblico dominio e appartenenti a google e ai legittimi proprietari. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo lacapannadelsilenzio@yahoo.it e saranno immediatamente rimosse.
Stagione noiosa se si trascorre a mare.In fondo non si può stare tutto il tempo in acqua.Una,due ore e poi?Tintarella? Secondo me l’estate è bella se si trascorre in montagna. Per il resto nemmeno io comprendo questa smania dell’abbronzatura, non rende affatto più belli, nè dà un aspetto sano.Tutto il contrario.
Da non dimenticare quell’aria di festa continua, che noia mortale!
Finalmente un’anima gemella. Sono passata a diventare molto antipatica con gli sciagurati che mi sentono lamentare del caldo, oramai sempre anomalo, e, ilari e idioti, mi dicono che si sta così bene (io vivo in Friuli, 27° a metà ottobre, caldo ignobile, soffocante, senza senso, finestre aperte di notte, cimici brune da tenere fuori di casa, zanzare, una temperatura da fine luglio), è la “bella stagione”.
Io solitamente, gelida come un cubetto di ghiaccio, rispondo che il fatto che a LORO piaccia stare nel forno, questo non significa che sia sano per l’ambiente e se non è sano per l’ambiente, a breve tutti ne subiremo le conseguenze. E tornare indietro sarà sempre più difficile e costoso, e non parlo solo di denaro, ma di risorse naturali non rinnovabili e di biodiversità.
Ho scritto a diversi siti e blog dediti al meteo, spiegando che NON ha senso descrivere i fenomeni meteorologici solo con le banali locuzioni ” bel tempo” e “brutto tempo”, che sono i pochi siti che si occupano quotidianamente di temi scientifici e che quindi dovrebbero occuparsene in modo più preciso, visto che hanno termini precisi e numeri da utilizzare. Uno mi ha risposto dicendomi che usano quelle locuzioni per farsi meglio capire dalla massa…Noi come massa siamo dunque visti come un branco di idioti. Se devo solo distinguere, soggettivamente, il bello dal brutto tempo, mi basterebbe guardare dalla finestra, non chiedere un parere scientifico.