Mario Zito: il poeta che dà voce all’invisibile

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Oggi desidero parlarvi di un poeta e scrittore siciliano straordinario, un artista capace di catturare l’essenza delle emozioni e di trasformarle in versi che toccano il cuore: Mario Zito. Le sue liriche vanno oltre la semplice poesia; sono veri e propri viaggi intensi, esperienze che ci portano in un mondo di immagini, sensazioni e profonde riflessioni. Leggere questo grande autore significa immergersi in un universo in cui le parole si animano, dove ogni verso svela una bellezza sconosciuta o un’emozione dimenticata. È come percorrere sentieri mai esplorati, scoprendo tesori ad ogni passo. La sua poesia e i suoi racconti non sono solo da leggere: si vivono, si respirano e ci fanno riscoprire il potere straordinario delle parole nel raccontare la nostra umanità.
Nato a Catania il 20 gennaio del 1971, Mario Zito è un narratore naturale e un abile maestro delle parole. Le sue capacità nel raccontare storie si distinguono da quelle dei principianti e, per oltre vent’anni, ha condiviso la sua passione per la letteratura nelle aule di un liceo. Tuttavia, è attraverso la scrittura che riesce a esprimere al meglio se stesso. Scrivere non è solo un hobby o un esercizio stilistico: è il fulcro della sua vita, una necessità che si è manifestata sin dai tempi dell’università. Durante quegli anni, scriveva per riviste di critica letteraria e cinematografica, immergendosi totalmente nell’affascinante universo della parola scritta, con audacia e senza esitazioni. Il suo genio creativo si è rivelato non solo nei suoi affascinanti racconti ma, in particolare, nella poesia, un genere che considerava sia un rifugio che una fonte di energia. In questo ambito, si sentiva a suo agio e riusciva a esprimere pensieri attraverso versi vibranti. Le sue opere più significative di quel periodo includono “Pensieri ed aporie” (1992), “Forzatamente in fuga” (1994) e “Reticenze” (2013). Questi scritti riflettono tre fasi diverse della sua vita interiore, e ciascuno di essi permette un continuo rinnovamento del sé ad ogni lettura. Non sorprende, quindi, che il suo talento sia stato riconosciuto a livello nazionale, conquistando premi prestigiosi come il Premio Carducci nel 2002. Tuttavia Mario Zito non si è mai limitato alla scrittura: la sua passione per le storie lo ha portato ad esplorare nuovi linguaggi, conducendo una trasmissione radiofonica in cui univa storia, cinema e musica d’autore per raccontare l’Italia in modo originale e affascinante. Con Le Mezzelane Casa Editrice continua a dimostrare il suo talento, offrendo ai lettori opere che non solo narrano, ma risuonano, toccando corde profonde e illuminando con poesia e verità il caos della vita quotidiana. Leggerlo significa immergersi in un universo ricco di emozioni autentiche, pensieri vividi e parole indimenticabili.

Con “Sottopelle“(2023), Mario Zito ci guida in un intenso e profondo viaggio, in cui ogni poesia si fa strada con delicatezza e forza, esplorando fragilità, sogni e verità che giacciono sotto la superficie delle nostre emozioni. Questa raccolta è dedicata a chiunque abbia mai sentito il desiderio di introspezione, di prestare ascolto a quelle voci interiori che spesso il tumulto della vita cerca di soffocare.

Sottopelle” è un viaggio incessante, un percorso che non punta a una meta definitiva, ma si immerge nella vera essenza della vita: paesaggi, volti e, soprattutto, l’amore. Quell’amore che si manifesta in attimi effimeri o che ci accompagna lungo l’intero cammino, risuonando nei suoi versi. È una passeggiata che sembra sospendere il tempo, mano nella mano con la bellezza e il dolore, lungo strade sconosciute piene di mistero e opportunità.
Ogni angolo, ogni vicolo rappresenta un incontro: con un volto, un ricordo, un’emozione che si insinua sotto la pelle, come il sangue che scorre e ci dà vita. Tuttavia, quella mano che ci stringe spesso scivola via, scomparendo nell’ignoto, lasciandoci a cercare un’altra mano o a proseguire da soli. È proprio in questa solitudine che nascono le parole, dalla quotidianità più semplice e profonda, che diventano vive, vibranti e autentiche.
L’amore, il tema centrale di questi versi, si manifesta in molteplici forme: è un sentimento che dura un attimo, un lampo che illumina le tenebre; è l’amore che si conquista nei sogni; è un amore che resiste all’usura del tempo, plasmato dalle esperienze vissute intensamente. Ogni poesia rappresenta un viaggio che non si conclude mai del tutto, un esplorare emozioni, nelle profondità dell’anima, tra desideri inconfessabili e ideali mai completamente raggiunti.
Diviso in tre parti, questo viaggio poetico ci offre una riflessione profonda sul nostro incessante desiderio di vivere. È un invito, sussurrato ma anche potente, a scoprire le pieghe più nascoste della vita, dove si annidano ansie, utopie e la meraviglia di ciò che siamo e di ciò che aspiriamo a diventare. Un’esperienza che si impone nella memoria, poiché parla di noi, dei nostri impulsi e delle nostre vulnerabilità, con una forza capace di scuotere e confortare al contempo.

In “Strappi” (2024) l’autore offre un’immagine profonda della rottura e della perdita, ma al contempo di una sorprendente forza interiore. Le parole si intersecano con una forza intensa, svelando le cicatrici che tutti noi portiamo nel cuore. Il termine “strappo” evoca subito un senso di sofferenza, di ferita, di quella lotta per ricomporre ciò che è stato distrutto. Nessuno vorrebbe attraversare una simile esperienza, né tantomeno farla vivere a chi ama. Tuttavia, le fratture che segnano un’esistenza non sono mai solamente ferite. Sono atti bruschi della realtà, rotture che strappano la vita da un equilibrio spesso precario, basato su routine, inerzia e timore. Timore di perdere ciò che abbiamo guadagnato, timore di oltrepassare i confini del noto. Ma forse, proprio in quella lacerazione, si cela un’opportunità: la possibilità di un nuovo inizio.


C’è, nell’essere umano, una profonda ricerca dell’ignoto. È un desiderio che spesso rimane inespresso, quella spinta a oltrepassare i confini, anche quando ciò potrebbe significare rischiare tutto, persino la propria vita. È un richiamo che pulsa sotto la pelle, un invito a scoprire l’autentico, a comprendere chi siamo veramente oltre le apparenze quotidiane. Gli strappi diventano allora non solo un trauma, ma anche un’opportunità. Non sono più semplicemente qualcosa da aggiustare, ma qualcosa da esplorare.

Le versioni di questa raccolta non ci spingono a ricomporre ogni pezzo. Al contrario, ci invitano a fermarci e a guardare oltre le crepe che la vita ha lasciato. Ci esortano ad ascoltare il vento che scorre attraverso quelle fessure e a esplorare ciò che si cela dall’altra parte. È proprio nell’imprevisto e nel frammentato che possiamo finalmente ritrovare noi stessi, liberi dalle maschere e dalle illusioni. Questo è il dono degli strappi: la possibilità di abbandonare ciò che ci frena, per scoprire nuove opportunità. È un invito a convertire il dolore in opportunità, il vuoto in uno spazio creativo, e a scoprire, oltre le difficoltà, il significato di ciò che siamo. È una sfida complessa, senza dubbio, ma anche essenziale per chi vuole non solo sopravvivere, ma vivere appieno.


Entrambe le raccolte invitano a immergersi completamente nelle emozioni, lasciandosi trasportare dalla potenza delle parole che Zito utilizza con straordinaria maestria. Questi libri non sono solo da leggere, ma da vivere. Sfogliarli equivale a intraprendere un viaggio che lascerà un segno profondo e indelebile nel cuore di chi legge.


Vi garantisco che le opere di Mario Zito non sono soltanto da leggere, ma da vivere con passione. Preparatevi a essere toccati nel profondo e a immergervi in un universo di emozioni che vi accompagnerà a lungo.

 

 

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