Benvenuti nella Capanna del Silenzio

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benvenuti nella capanna del silenzio

Blog dedicato al silenzio, uno spazio indispensabile per ritrovare se stessi e non smarrire il senso della vita quotidianamente travolta dal rumore, da oceani di parole vuote e spesso banali che inaridiscono i rapporti umani e sottraggono la possibilità di sentirsi in armonia con il mondo. Molte persone preferiscono quel rumore quotidiano per evitare di pensare, di meditare e scoprire così la vera essenza di sé. Molti preferiscono stordirsi perchè hanno paura del silenzio e della solitudine.
La nostra vita è progredita tecnologicamente, ma dal punto di vista umano sembra vi sia stata un’involuzione.
Sperimentare il silenzio su di noi, anche poche ore al giorno, immergersi nello spettacolo della natura, commentare libri e film indimenticabili, leggerne insieme qualche passo ci aiuteranno a riflettere sul significato della nostra breve esistenza su questa terra ed anche su certi ingranaggi che hanno stravolto la nostra relazione con il nostro pianeta.
Abbiamo bisogno di fermarci, di rallentare…abbiamo bisogno di comprendere chi siamo e cosa desideriamo veramente.
Lo scopo di questo blog è rivalutare il silenzio, la solitudine, il rapporto con la Natura, riscoprire insieme personaggi che hanno segnato la storia, avviarci insieme ad un consumo consapevole, commentare film e libri e osservare il mondo meraviglioso degli animali.
Ritagliamo insieme uno spazio per comprendere veramente chi siamo ed evitare di essere travolti da un mondo, oggi più di ieri, caratterizzato da materialismo, arroganza, volgarità e ritmi incalzanti di lavoro. Torniamo indietro e riprendiamoci la nostra vita.

8 commenti

  • Luigi Rinaldi ha detto:

    “E coloro che sono stati visti danzare erano ritenuti pazzi da coloro che non potevano ascoltare la musica.”
    Questo splendido aforisma di Nietzsche mi ha fatto scoprire il tuo bel blog.
    Credo che condividiamo molte cose, specie in tema di religione.
    Se ti va, sul nostro comune “amico” Dio, potresti leggere un inno scritto insieme a… Giacomo Leopardi, e farmi avere la tua gradita opinione.
    L’ho pubblicato qui:
    https://www.academia.edu/7417357/Giacomo_Leopardi_-_Luigi_Rinaldi_AD_ARIMANE
    Complimenti per il blog e la bella metafora della capanna: intuizione semplice e raffinata, visti i tempi.
    Io, invece, cerco di vivere in un orto: quello di Epicuro.
    Ciao
    Luigi Rinaldi

    • Lilia ha detto:

      Ciao, caro Luigi.
      Sono veramente contenta che ti sia piaciuto questo mio piccolo spazio. Spero di poter leggere al più presto il tuo inno e poterti così dire se condividiamo la stessa idea di spiritualità 🙂 (Il termine “religione” non si addice al mio pensiero riguardo tale tematica).
      A presto e grazie per i complimenti, li ho veramente graditi 🙂

      • Luigi Rinaldi ha detto:

        Grazie a te, Lilia.
        Lì vi troverai un’idea di spiritualità spietata, a rischio scandalo, se fai ancora riferimento al concetto di Dio.
        Mi son permesso di fare quella considerazione sulla religione, avendo apprezzato la cura da te dedicata alla pagina su Nietzsche, affibbiandogli così il ruolo di “trait d’union” fra le nostre idee. 🙂
        Ciao
        Luigi

        • Lilia ha detto:

          Non vedo l’ora di trovare il tempo per leggere quell’inno con attenzione. In questi giorni sono molto impegnata con il lavoro. Ma lo farò sicuramente; il tema della spiritualità spietata a rischio scandalo è a me molto cara e amo tutti “i maestri del dubbio” (e non solo quei tre che vengono definiti tali).
          A presto 🙂

  • Luigi Rinaldi ha detto:

    Non ho difficoltà a crederti, circa i tuoi “molti” impegni lavorativi… sono un prof anch’io e solo chi non fa questo lavoro sa quanto sia leggero! 🙂

    • Lilia ha detto:

      Ho appena finito di leggerlo, non conoscevo l’esistenza di questo testo autografo di Giacomo Leopardi e ti ringrazio per averlo segnalato qui, in questo rifugio, nato proprio per isolarsi dalla disumana disumanità che popola una parte significativa di questo mondo, forse il peggiore dei mondi possibili ( A noi purtroppo non è dato saperlo e rigettiamo certe filosofie ottimiste che riescono a suscitare ilarità). Ho sofferto insieme al disperato sarcasmo di Leopardi e credo di aver compreso di più del suo pensiero; una negazione del divenire nel modo più assoluto che forse nemmeno Schopenhauer aveva contemplato. E come dargli torto sull’immutabilità del tutto, visto che la storia umana sembra solo una cronaca dei crimini umani? Possiamo solo giocare con la fantasia nell’immaginare un mondo diverso, pur consapevoli del permanere immodificabile del male di cui se ne fa sacerdote a malincuore Leopardi nella sua domanda ad Arimane di concedergli ciò che per l’uomo viene considerato il peggiore dei mali, perché incapace di sopportare ancora la vita. E nel suo patire, comune a tutti i pensatori, si nota una domanda che esprime l’aspirazione al bene di Leopardi: “Perché, dio del male, hai tu posto nella vita qualche apparenza di piacere?” Il tormento del poeta lo spinge ad invocare la morte, ma ci si chiede da dove deriva quel suo anelare alla tranquillità del suo animo, se non avesse, come tutti noi, una personale e poco chiara idea della felicità e del bene? Interrogativi eterni in questa esistenza eroica per coloro che pensano…Ma in ogni caso, grazie al potente istinto di sopravvivenza, riusciamo a dare un senso anche a qualcosa di totalmente insensato.
      Grazie ancora 🙂

  • Luigi Rinaldi ha detto:

    Liberandoci delle categorie superate dell’ottimismo e del pessimismo, mi permetto di sIntetizzare la tua analisi: “E se proprio dobbiamo vivere, viviamo!” 🙂

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