Questo blog è un omaggio al silenzio, un luogo virtuale che invita a riscoprire uno spazio prezioso e necessario, dove il caos del mondo moderno può finalmente tacere. In un tempo in cui le nostre vite sono costantemente travolte da rumori invadenti e oceani di parole vuote, ci ritroviamo spesso a smarrire il senso profondo di ciò che siamo e di ciò che viviamo. Quel frastuono che ci circonda non solo inaridisce i rapporti umani, ma ci allontana dalla possibilità di sentirci davvero in armonia con il mondo, con gli altri e con noi stessi.
Il silenzio spaventa molti. In un’epoca che ci chiede di essere sempre connessi, attivi, rumorosi, preferiamo stordirci per evitare di pensare, di guardare in profondità dentro di noi, di scoprire la nostra vera essenza. La solitudine e il silenzio sono visti come nemici, quando in realtà possono diventare i nostri più grandi alleati: momenti di pausa che ci restituiscono a noi stessi, che ci insegnano a rallentare e ad ascoltare ciò che conta davvero.
Siamo in un’epoca tecnologicamente avanzata, ma dal punto di vista umano sembra che qualcosa si sia perso. Abbiamo guadagnato velocità, efficienza, comodità, ma a quale prezzo? Ci siamo allontanati dal nostro pianeta, dalle sue meraviglie e dal nostro stesso ritmo naturale, perdendo quella connessione autentica con la natura, con gli altri e con la nostra interiorità.
Questo blog nasce proprio per sfidare questa tendenza, per invitare a fare un passo indietro e ritrovare quella lentezza che ci consente di guardare il mondo con occhi nuovi. Anche solo poche ore al giorno dedicate al silenzio possono fare la differenza: immergersi nello spettacolo della natura, perdersi tra le pagine di un libro indimenticabile, riflettere su un film che ci ha emozionato, o semplicemente ascoltare il suono del vento e il battito della vita intorno a noi.
Lo scopo è quello di rivalutare il silenzio e la solitudine non come assenze, ma come presenze potenti che ci permettono di fermarci, di respirare, di riflettere. È un invito a riscoprire il legame profondo con la natura, a osservare con meraviglia il mondo degli animali, a riappropriarci di un consumo più consapevole e sostenibile. È anche uno spazio per ricordare figure straordinarie che hanno segnato la storia e che possono ancora ispirarci, e per condividere insieme libri, film e riflessioni che ci aiutino a dare un senso alla nostra breve esistenza su questa terra.
Abbiamo bisogno di fermarci. Abbiamo bisogno di rallentare. Di porci domande autentiche e di ritrovare il coraggio di ascoltarci davvero. Questo blog vuole essere un piccolo rifugio, un’oasi di pensiero e bellezza in un mondo frenetico e rumoroso. Insieme, possiamo riscoprire chi siamo e cosa desideriamo veramente, costruendo una relazione più armoniosa con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
“E coloro che sono stati visti danzare erano ritenuti pazzi da coloro che non potevano ascoltare la musica.”
Questo splendido aforisma di Nietzsche mi ha fatto scoprire il tuo bel blog.
Credo che condividiamo molte cose, specie in tema di religione.
Se ti va, sul nostro comune “amico” Dio, potresti leggere un inno scritto insieme a… Giacomo Leopardi, e farmi avere la tua gradita opinione.
L’ho pubblicato qui:
https://www.academia.edu/7417357/Giacomo_Leopardi_-_Luigi_Rinaldi_AD_ARIMANE
Complimenti per il blog e la bella metafora della capanna: intuizione semplice e raffinata, visti i tempi.
Io, invece, cerco di vivere in un orto: quello di Epicuro.
Ciao
Luigi Rinaldi
Ciao, caro Luigi.
Sono veramente contenta che ti sia piaciuto questo mio piccolo spazio. Spero di poter leggere al più presto il tuo inno e poterti così dire se condividiamo la stessa idea di spiritualità 🙂 (Il termine “religione” non si addice al mio pensiero riguardo tale tematica).
A presto e grazie per i complimenti, li ho veramente graditi 🙂
Grazie a te, Lilia.
Lì vi troverai un’idea di spiritualità spietata, a rischio scandalo, se fai ancora riferimento al concetto di Dio.
Mi son permesso di fare quella considerazione sulla religione, avendo apprezzato la cura da te dedicata alla pagina su Nietzsche, affibbiandogli così il ruolo di “trait d’union” fra le nostre idee. 🙂
Ciao
Luigi
Non vedo l’ora di trovare il tempo per leggere quell’inno con attenzione. In questi giorni sono molto impegnata con il lavoro. Ma lo farò sicuramente; il tema della spiritualità spietata a rischio scandalo è a me molto cara e amo tutti “i maestri del dubbio” (e non solo quei tre che vengono definiti tali).
A presto 🙂
Non ho difficoltà a crederti, circa i tuoi “molti” impegni lavorativi… sono un prof anch’io e solo chi non fa questo lavoro sa quanto sia leggero! 🙂
Ho appena finito di leggerlo, non conoscevo l’esistenza di questo testo autografo di Giacomo Leopardi e ti ringrazio per averlo segnalato qui, in questo rifugio, nato proprio per isolarsi dalla disumana disumanità che popola una parte significativa di questo mondo, forse il peggiore dei mondi possibili ( A noi purtroppo non è dato saperlo e rigettiamo certe filosofie ottimiste che riescono a suscitare ilarità). Ho sofferto insieme al disperato sarcasmo di Leopardi e credo di aver compreso di più del suo pensiero; una negazione del divenire nel modo più assoluto che forse nemmeno Schopenhauer aveva contemplato. E come dargli torto sull’immutabilità del tutto, visto che la storia umana sembra solo una cronaca dei crimini umani? Possiamo solo giocare con la fantasia nell’immaginare un mondo diverso, pur consapevoli del permanere immodificabile del male di cui se ne fa sacerdote a malincuore Leopardi nella sua domanda ad Arimane di concedergli ciò che per l’uomo viene considerato il peggiore dei mali, perché incapace di sopportare ancora la vita. E nel suo patire, comune a tutti i pensatori, si nota una domanda che esprime l’aspirazione al bene di Leopardi: “Perché, dio del male, hai tu posto nella vita qualche apparenza di piacere?” Il tormento del poeta lo spinge ad invocare la morte, ma ci si chiede da dove deriva quel suo anelare alla tranquillità del suo animo, se non avesse, come tutti noi, una personale e poco chiara idea della felicità e del bene? Interrogativi eterni in questa esistenza eroica per coloro che pensano…Ma in ogni caso, grazie al potente istinto di sopravvivenza, riusciamo a dare un senso anche a qualcosa di totalmente insensato.
Grazie ancora 🙂
Liberandoci delle categorie superate dell’ottimismo e del pessimismo, mi permetto di sIntetizzare la tua analisi: “E se proprio dobbiamo vivere, viviamo!” 🙂
Hai ben compreso il mio pensiero 🙂